Insetti: “buoni” o “cattivi”?
L’uomo suddivide gli organismi viventi in categorie differenti in base alla loro interferenza con le sue attività economiche e ricreative. Della maggioranza delle specie di insetti, non è ancora noto il ruolo ecologico e, se non interferiscono direttamente con le attività umane, vengono considerate indifferenti; mentre sono ritenute dannose o pericolose, quelle entità che attaccano le piante coltivate e gli animali in allevamento, nonché lo stesso uomo. Sono ritenute utili le specie che forniscono materie prime (miele, seta, cera, lacca, alimento, ecc.), quelle pronube e le entomofaghe (predatori e parassitoidi di insetti nocivi). Tuttavia, a seconda della prospettiva economica e delle circostanze, specie utili possono diventare nocive e, di contro, entità dannose possono rivelarsi utili. Le Api mellifere, che sono importanti impollinatori, diventano dannose se i frutti, che si originano dai fiori impollinati, presentano semi e vengono deprezzati rispetto a quelli apireni richiesti dal mercato; per evitare ciò, in Spagna, durante la fioritura dei Clementine, è vietato introdurre alveari negli agrumeti. Inoltre le Api possono incolpevolmente diventare pericolose per il veleno che iniettano con le punture inferte a chi incautamente si avvicina, scompostamente, all’alveare. Il Cotonello (Planoccoccus citri) è una delle specie più dannose agli agrumi (FOTO) e a molte ornamentali in pieno campo e in ambiente protetto. La femmina ha il corpo lungo 3-4 mm, ovale con 18 paia di raggi cerosi periferici, di colore giallastro o rosa, coperto di cera farinosa bianca; a maturità produce un ovisacco ceroso, informe, più lungo del corpo, nel quale depone le uova di colore giallastro. Il maschio è lungo 1 mm, di color castano, dotato di 2 ali. Specie polifaga, è ampiamente diffusa, con diverse sottospecie, nelle zone intertropicali e subtropicali, nel bacino del Mediterraneo, Mar Nero e Giappone; nei climi temperati sverna nei vari stadi localizzati in punti diversi della pianta o, nel terreno alla base delle piante, e pullula a fine estate-autunno. Le prime colonie sono fondate da femmine svernanti che, a fine primavera, risalgono lungo i tronchi e i rami, aiutate dalle formiche simbionti. Attivi sono vari predatori dei generi: Sympherobius, Leucopis, e Scymnus, nonché Cryptolaemus montrouzieri. Efficaci sono i parassitoidi indigeni: Anagyrus pseudococci e Leptomastidea abnormis, nonché l’esotico Leptomastix dactylopii che vengono moltiplicati in insettario e utilizzati per il controllo biologico sia in pieno campo che in ambiente protetto. Il ruolo negativo del Cotonello e quello utile del suo complesso parassitario, si invertono in ambiente urbano, dove il fitomizo infesta la ruderale Parietaria officinalis dotata di proprietà officinali per la notevole concentrazione di minerali, tannini, flavonoidi, quercetine e mucillagini. Tuttavia la pianta è tristemente nota per le allergie che scatena in soggetti sensibili e che, se non adeguatamente curate, possono causare forme asmatiche.
Per affrontare questa allergia si consiglia di ridurre il più possibile il tempo di esposizione a tale allergene e di ricorrere a immunoterapie specifiche, al vaccino antiallergico, nonché assumere farmaci per la cura dei sintomi. La Cocciniglia, in ambiente urbano, trascorre il periodo invernale allo stadio di neanide, o di giovane femmina, sulle radici della Parietaria, spesso accudita dalle formiche; alla ripresa vegetativa della pianta ospite, le femmine si portano sulla parte aerea e, dopo l’accoppiamento, iniziano a ovideporre, svolgendo una generazione in circa un mese. Grazie alla protezione accordata dalle formiche simbionti, i predatori Scymnus interruptus e C. montrouzieri, nonché gli Encirtidi parassitoidi A. pseudococci e L. abnormis, frequenti nelle aree urbane meridionali, non riescono a controllare lo Pseudococcide e, a seguito delle gravi infestazioni, le piante disseccano. In queste situazioni il Cotonello diventa specie utile poiché elimina una perniciosa fonte di allergia mentre i suoi entomofagi assurgono al ruolo di “cattivi”. Stessa situazione si verifica in tutti i casi in cui un fitofago viene impiegato nel controllo biologico di specie vegetali aliene infestanti. Un importante applicazione è stata realizzata nelle Hawai contro l’infestante Lantana camara, con l’introduzione dal Messico di 23 specie di fitofagi, 8 delle quali si sono acclimatate. Risultati spettacolari sono stati ottenuti con l’impiego del Lepidottero Cactoblastis cactorum, introdotto in Australia, insieme alla Cocciniglia Dactylopius opuntiae, per controllare biologicamente le Opuntie che avevano infestato milioni di ettari di superficie. Quest’ultima Cocciniglia, non altamente specifica, attualmente sta causando gravi danni alle coltivazioni di Ficodindia in Nord Africa, dove è stata accidentalmente introdotta.