Innovazione in agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

Innovazione in agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

La relazione integrale del prof. Francesco Salamini all’Accademia dei Lincei e pubblicata sul sito del Quirinale

Mercoledì, 02 Luglio 2014

Intervento del Prof. Francesco Salamini sul tema:

“Innovazione in agricoltura, sviluppo rurale e ambiente”
Roma, Palazzo Corsini, 26/06/2014

Premessa
Mentre nei paesi del sud del pianeta si deve ancora discutere di vero e proprio sviluppo rurale, nelle società sviluppate le dinamiche sociali dei comprensori agricoli sono integrate nei tentativi di raggiungere livelli sostenibili di consumi, anche alimentari, come esito di equilibri raggiunti tra intensificazione agricola e rispetto per l’ambiente. E’ la tesi che caratterizza questo intervento: la questione agraria ha una rilevanza centrale nel determinare il futuro sviluppo di società organizzate in sistemi sociali complessi. Nelle società occidentali questa tesi non è sufficientemente discussa e meditata, specialmente nelle previsioni, che pur offre, relative al nostro futuro.

Il problema, generato dalla necessità di una sufficiente produzione di cibo, nasce dalla constatazione che la pratica dell’agricoltura ha effetti evidenti sull’ambiente, soprattutto quantitativi: quanto più terra è arata e tanto meno è disponibile per gli ecosistemi naturali. Il problema si aggrava se si considera che l’agricoltura deve necessariamente farsi carico dei bisogni alimentari delle popolazioni umane in aumento, ma anche dei cambiamenti nelle diete che ancora tendono a un maggior uso di proteine e calorie animali e della produzioni di bioenergia. Da qui la necessità di valutare quali effetti irreversibili sono determinati dalle agrotecniche correnti, e quali priorità hanno la conservazione della biodiversità del pianeta, la sostenibilità dei sistemi agrari, le azioni necessarie per controbilanciare i cambiamenti climatici e per contrastare il degrado dei suoli e delle acque.

Nella comunità scientifica, quando la discussione affronta temi come biodiversità e ambiente9, 10, fa riferimento a: i) una agricoltura wildlife-friendly e ii) ad evitare la messa in coltura di nuove terre, privilegiando l’intensificazione colturale. L’approccio wildlife-friendly punta a ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente minimizzando l’uso e gli effetti negativi di fertilizzanti e pesticidi: in presenza di perdite di produzione ridotte, l’approccio tende a un forte incremento della biodiversità nei terreni agrari. La seconda proposta prevede un agricoltura sempre più intensiva che massimizza le rese riducendo la necessità di arare nuovi suoli. In questo contesto vengono spesso commentati i dati Fao11 (dati parziali più recenti confermano queste stime) che illustrano la destinazione delle terre emerse del pianeta: 4,3 miliardi di ettari di deserto, ghiacciai e montagne; 3,8 miliardi di ettari di foreste e steppe; 3,4 di praterie e 1,5 di terreno agrario. L’attuale miliardo e mezzo di ettari coltivati in larga parte corrisponde ad agricolture intensive basate sul ricorso a prodotti chimici necessari per la fertilizzazione e per la protezione delle piante. Secondo i dati Fao, per produrre la stessa quantità globale di derrate alimentari, evitando il ricorso alla chimica, sarebbero necessari 4 miliardi di ettari di terreno agrario (5,9 miliardi nel 2025 se coltivati con metodi e protocolli di agricoltura non intensiva)…

Relazione 

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Jeanne-Marguerite Lecadre in the Garden - Claude Monet
Jeanne-Marguerite Lecadre in the Garden – Claude Monet

Redazione Fidaf

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