In Europa con Erasmus e Leonardo

Quando nel 2010 sono arrivata al grande, tanto aspirato traguardo della laurea in scienze forestali, presso l’Università della Tuscia in quel di Viterbo, conservavo in quella laurea il ricordo della mia prima esperienza di studio all’estero. Ero molto orgogliosa di aver collezionato anche questa esperienza durante gli studi, di aver visitato per un periodo relativamente lungo un altro paese europeo, la Slovenia, e di essermi ambientata abbastanza da essere in grado di saper riconoscere i piatti della cucina tipica e la birra del posto (la Lasko di Celje e la Union di Ljubljana).

Il lavoro d’altro canto era stato più che soddisfacente, avendo speso i sei mesi del mio Erasmus in un laboratorio di tecnologie del legno, seguita giorno per giorno da tecnici e ricercatori del luogo come anche altri ricercatori ospiti e provenienti da altre parti del mondo (Spagna, Germania, Cina). Si studiava l’accrescimento cellulare delle piante ed in particolare la differenziazione delle cellule cambiali in conifere e latifoglie dai climi mediterranei (il pino d’aleppo in Spagna), temperati caldi (il castagno dei Monti Cimini) e freddi (il faggio delle foreste slovene) fino allo studio della limitatissima attività cambiale dell’abete del plateau himalayano.

Mai avrei detto però che sarei tornata in quei luoghi pochi anni dopo con un altro fondo europeo per la mobilità, il progetto Leonardo. Questa volta il tema erano le energie rinnovabili e la sede la città di Graz, in Austria. Qui l’istituto ospitante era un Centro di ricerca su acqua ed energia, dove, raccogliendo ricerche e report internazionali, venivano prodotti dei Report che a loro volta sarebbero serviti come linee guida per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista delle energie in progetti europei ed extra-europei. (Martina, Laurea in Scienze forestali e ambientali, Università della Tuscia (Viterbo), nel 2010)

Redazione Fidaf

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