Il vino nel legno: progetto di valorizzazione della produzione legnosa dei boschi del Chianti Classico
I boschi hanno fornito e forniscono prodotti e servigi essenziali per la sopravvivenza della popolazione umana che possono identificarsi in valori di uso diretto ed indiretto.
Anche in funzione di tali servigi è stato attribuito un valore economico totale del bosco che comprende anche un valore d’opzione ed un valore di esistenza, riferendosi, il primo alle scelte di uso in grado di garantire per il futuro la disponibilità dei servizi, il secondo identificandosi nel valore intrinseco della presenza e permanenza del bosco stesso.
Se da una parte è interesse valorizzare il settore naturalistico ed ambientale ovvero quello turistico, altrettanto incisiva deve essere l’azione di valorizzazione della produzione legnosa sia nei confronti del ruolo che questa può svolgere ancor oggi quale fonte energetica, sia in relazione a differenti filiere foresta-legno finalizzate.
La scelta del territorio del Chianti Classico è stata determinata dal fatto che in tale area, più che altrove, la presenza del bosco si associa e si compenetra alla coltura della vite conferendo al paesaggio quel particolarissimo fascino che è motivo di evidenza, di valore economico, di fattore traente e di supporto ad altre attività produttive. In particolare era importante disporre di informazioni sull’uso, nel passato e nel presente, delle principali fonti di approvvigionamento della materia prima legno per la produzione dei vasi vinari stessi, nonché prospettare situazioni innovative per il futuro. Difatti nel passato la diffusione a livello aziendale dei boschi di castagno sulle pendici dei Monti del Chianti (per la presenza di un substrato roccioso di macigno arenaceo), aveva favorito l’impiego del legno di questa specie nella costruzione di tini, botti, carati, barili, diventando tradizione diffusa legata alla vinificazione, che prevedeva l’utilizzo dei polloni per doghe per vasi di volumi contenuti e quella delle matricine per doghe per botti e tini che tra l’altro, in questo caso, venivano realizzate per segagione e non con piegatura…