Il valore economico di comunità (seconda parte)

La prima parte è: Il Viridarium nell’antica Roma 

Il valore di stima deliberativo: criterio e procedure
Da un punto di vista valutativo, è necessario comprendere come poter operare all’interno di un sistema di tale complessità; oltre agli aspetti economici e ai criteri di stima consolidati occorre sperimentare nuove tecniche di valutazione sollecitate dalle istanze sociali emergenti. La redditività connessa ai benefici agricoli è sicuramente un criterio determinante; ma, per un terreno agricolo localizzato in ambito urbano, potrebbe costituire una risposta non esaustiva. Ciò è vero anche per altri criteri tradizionali, quali il valore di mercato: un terreno può essere acquistato o venduto ma tale bene incorpora anche altre valenze specifiche di cui è importante tenere conto. Ad esempio, sussistono valenze economiche espresse da costi di trasporto delle produzioni agricole, più contenuti rispetto a quelli dell’agricoltura rurale in ragione di una localizzazione prossima ai mercati di riferimento. Questa caratteristica differenzia notevolmente l’offerta di prodotti provenienti da localizzazioni più lontane rispetto ai vantaggi legati alla produzione locale. Infine, il valore di costo è un criterio che può risultare fortemente limitativo così quanto un valore formulato sulla base della sola utilità percepita.
Recenti studi e una variegata casistica di ambito internazionale (Australia, Nuova Zelanda, Canada e Africa) offrono una risposta non più limitata al valore di mercato, al valore di costo e al valore d’uso: propongono l’impiego integrativo di un criterio di valutazione connesso all’importanza che un soggetto valutante è disposto ad attribuire al bene oggetto di valutazione.
Nel nostro caso la valutazione riguarda un bene inclusivo, d’interesse generale, considerato isolatamente da altri beni. Si tratta, pertanto, di un valore economico assoluto, formulato oggettivamente con riferimento alla qualità che al bene viene riconosciuta e che lo rende degno di considerazione. Tale valore, che si definisce valore di stima, è misurato monetariamente ed è l’esito di uno specifico atto di valutazione basato su bisogni e preferenze, plurimi e distinti.
Nel valutare un intervento di agricoltura urbana, il soggetto valutante è costituito dai componenti della collettività interessati a quella risorsa; inoltre, la stima dell’importanza sociale verso le attività di agricoltura urbana implica che il relativo valore di stima debba essere formulato prendendo in esame diverse caratteristiche economiche dei beni considerati, sia riconosciuto dai diversi portatori di interesse, si estenda nel medio-lungo periodo e alle dimensioni del contesto in cui vive la comunità fruitrice.
Ne consegue che, per formulare il valore di stima in questione, deve considerarsi la percezione sociale degli effetti procurati da una combinazione di diversi ordini di causalità: fattori di utilità (attiva e passiva), inclusi quelli individuabili dai principi della sostenibilità; fattori di scarsità, dovuti a beni naturalmente limitati o a beni di disponibilità limitata a causa di elevati prezzi sia di costo (se producibili) che di mercato (se scambiabili). Da ciò si rendono necessari alcuni assunti operativi relativi alle modalità di stima del bene.
La funzione d’importanza sociale viene definita sulla base delle preferenze direttamente dichiarate dai singoli soggetti valutanti espressione della comunità interessata; essi stessi indicano cosa ritengono sia importante per la comunità di cui fanno parte, oltre alla misura del valore economico associabile all’importanza riconosciuta al bene. Nella prassi comune delle analisi costi-benefici, invece, la funzione di utilità sociale è data in genere dall’autorità pubblica e diviene un atto di totale fiducia nei confronti della rappresentanza politica e della sua capacità interpretativa del benessere della comunità. La stima dell’importanza percepita dai soggetti della comunità implica, inoltre, la configurazione di scenari futuri. Questo approccio impone un cambiamento importante nella prassi estimativa che, in genere, guarda al passato per prevedere un valore futuro. Ma quando le epoche storiche diventano come quella che stiamo vivendo, convulse ed esposte a profondi cambiamenti, diviene difficoltoso e rischioso riferirsi al passato. Di contro, con i procedimenti che tentano di delineare il più probabile futuro sulla base delle indicazioni fornite direttamente dalla gente si ottengono risultati più coerenti e attendibili…

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Matlock, William Turner
Matlock, William Turner

Redazione Fidaf

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