Il ruolo della ricerca per la tutela della risorsa suolo

Il ruolo della ricerca per la tutela della risorsa suolo

Si è svolto il 7 marzo 2017 presso la sede di Firenze dell’accademia dei Georgofili il convegno”Agricoltura e cambiamenti climatici. Il ruolo della PAC e gli sviluppi in Italia”, organizzato dall’associazione Legambiente. A tale evento il Centro di ricerca agricoltura e ambiente del CREA di Firenze è stato invitato a tenere una relazione sul ruolo della ricerca per la tutela della risorsa suolo.

Il suolo, definito dall’Unione europea come la parte più esterna della crosta terrestre, situata tra la roccia o il sedimento inalterato e l’atmosfera, è un sistema naturale complesso, multi-fase, che tende ad auto-organizzarsi in conseguenza dell’azione dei fattori della pedogenesi e in particolare dell’attività biologica, che ne determina i maggiori dinamismi. Non è quindi un mero substrato inerte, statico, attraverso il quale realizzare le produzioni agricole e forestali o sul quale appoggiare le nostre attività e infrastrutture, ma un essere vivente. Il suolo è un patrimonio naturale che si è formato in prevalenza nei millenni precedenti l’Antropocene, l’era geologica attuale, nella quale l’essere umano e le sue attività causano le principali modifiche territoriali e climatiche. Numerosi studi hanno dimostrato che l’umanità sta sfruttando questa risorsa per lo più non rinnovabile, o molto lentamente rinnovabile, in modo non sostenibile. L’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD) individuano nella degradazione del suolo il rischio principale di diminuzione o scomparsa della produttività biologica o economica delle terre. L’Unione europea stima in 38 miliardi di euro i costi diretti annuali della degradazione del suolo, riferendoli alla diminuita produzione di derrate alimentari. Per l’Italia la stima è di 900 milioni l’anno.

In Italia, la degradazione del suolo assume un particolare rilievo a causa della continua riduzione della superficie agricola utilizzata (ormai da oltre un decennio scesa sotto i 13 milioni di ettari), della stabilizzazione delle rese unitarie delle principali colture e della crescita dei consumi. Il risultato è che il tasso di auto approvvigionamento alimentare in Italia è ormai sceso a circa l’80% e il Paese risulta terzo nell’Unione europea come deficit di suolo agricolo. La qualità del suolo italiano del resto non è eccellente, anzi, secondo i criteri europei, i suoli agricoli italiani risultando svantaggiati per oltre l’80%, se si considerano parametri biofisici oggettivi quali la pendenza e la aridità, o la presenza di suoli a scarso drenaggio o profondità, tessitura eccessivamente argillosa o sabbiosa, abbondanza di scheletro e pietrosità, fenomeni vertici, torbe, suoli salini, sodici o acidi…
The Gardens of l'Hermitage Pontoise - Camille Pissarro
The Gardens of l’Hermitage Pontoise – Camille Pissarro

Redazione Fidaf

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