Il Referendum sulle Trivelle
Il referendum sulle Trivelle contrappone persone che vedono la questione nello stesso modo e che si contrappongono esponendo argomenti “eccessivi” e non adatti a chiarire quello che succederà.
Ma quali sono i termini reali?
(1) Il SI al referendum del 17 aprile tende a bloccare SOLO il rinnovo delle concessioni già in essere, all’interno delle 12 miglia (solo 23, sulle 135 presenti in Adriatico; le 135 estraggono complessivamente il 7% del fabbisogno nazionale quindi le 23, immagino, una frazione di quella cifra. Quindi la vittoria del SI bloccherebbe solo il rinnovo di queste 23, ma non subito, bensì al momento in cui quelle concessioni dovessero scadere (per alcune bisognerà aspettare 10 anni).
(2) Il SI non bloccherà eventuali nuove concessioni che, comunque, NON potranno più essere concesse entro le 12 miglia, perché c’è già una legge che le vieta.
Ora qual è il problema?
Gridare al blocco energetico nazionale per l’eventuale riduzione dell’1% (in 10 anni) delle nostre estrazioni è eccessivo. Si rischia di passare per “succubi delle lobby petrolifere”. Passare, per questa cosa, per anti-ecologisti sembra altrettanto inutile.
Si condivide quanto riportato da l’Astrolabio “Gli Amici della Terra si oppongono a un referendum sbagliato e strumentale anche per affermare che “ecologia è buongoverno” contro un ambientalismo di comodo che preferisce nascondere i problemi dietro facili slogan anziché affrontarli”.