Il Kamut e il selenio; le sostanze bioattive del macinato integrale
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Il selenio è un antiossidante e, come tale, giuoca un ruolo importante in nutrizione in quanto può contribuire a contrastare certe infezioni virali, a favorire la funzione della tiroide e a ridurre il rischio di cancro.
La deficienza di selenio può portare a rischi cardiovascolari, artriti reumatoidi, pancreatiti, asma e decremento della risposta immunitaria (Rayman 2002a). Contrariamente ad altri elementi di interesse nutrizionale, il selenio è però scarsamente influenzato da fattori genetici e la sua concentrazione nei frutti e semi nonché sulla pianta in generale è largamente dipendente dai livelli nel suolo in cui la pianta stessa è stata allevata (Cubadda F. 2012, Combs 2001, Lyons et al 2005).
Nel Nord Europa e particolarmente in Finlandia, sono state riscontrate deficienze di selenio nella dieta a causa dei bassi livelli dell’elemento nel suolo e pertanto nei prodotti alimentari ivi prodotti. In Inghilterra la sostituzione del grano importato dal Canada e Nord America con produzioni locali ha portato ad un significativo decremento dell’intake di selenio (Adams et al 2002, Raymans 2002b).
Gli alti contenuti di selenio del Kamut, riportati da ricerche finanziate dall’azienda americana su menzionata, sono il risultato di analisi effettuate su campioni provenienti dai suoli seleniferi del Saskatchewan (Canada) dove le varietà moderne di grano duro canadesi, coltivate nelle stesse condizioni, non avrebbero dato risultati diversi dal decantato super eroe Khorasan (Kamut).
I pregi del Kamut non si fermano alla superiore qualità della sua composizione ma vanno ben oltre e sfiorano l’incredibile. Infatti, secondo studi (finanziati dalla Kamut Enterprise) il grano kharosan Kamut ha messo in evidenza rispetto al grano moderno (di origine sconosciuta nda) maggiori proprietà antiossidanti e anti infiammatorie, ha avuto un impatto positivo sui fattori di rischio cardiovascolare sia in volontari sia in pazienti con Sindrome Coronarica acuta, ha fornito protezione contro lo sviluppo di complicanze micro e macro vascolari in pazienti con diabete di tipo 2, ha significativamente diminuito i sintomi in pazienti con Sindrome del Colon Irritabile, ha avuto benefici effetti sulla microflora intestinale e sul profilo metabolico intestinale di volontari sani, ha messo in evidenza un effetto positivo su pazienti con Steatosi Epatica non alcolica (NAFLD). Insomma, il Kharosan Kamut è un vero miracolo della natura. Dal punto di vista botanico sarà pure un ecotipo di una specie di Triticum ma praticamente ci viene presentato come un farmaco universale.
Un aspetto da sottolineare, non evidenziato dalla pubblicità ma chiaramente palese nelle pubblicazioni, riguarda il fatto che in tutta la sperimentazione effettuata sul kamut vengono usati prodotti derivati (soprattutto pane e pasta) integrali, con tenori di fibra intorno al 10% su ss che, come è noto, sono consumati in Italia da un ristretto numero di persone (5-7% dell’intera popolazione?).
D’altro canto, è da rimarcare che diversi benefici attribuiti al kamut sono riportati dalla ricerca conseguenti alla presenza nella cariosside e quindi nel macinato integrale di sostanze bioattive ivi presenti (polifenoli antiossidanti, folati, carotenoidi, lignani, fitosteroli, elementi minerali come magnesio, selenio, rame e vitamine del complesso B) che sono patrimonio comune del kamut e dei cosiddetti grani moderni.
Perché gli effetti benefici di detti componenti sarebbero di esclusiva proprietà del kamut? Perché è antico? I farri ( monococum, dicocum e spelta) sono più antichi del kamut.
http://www.fidaf.it/index.php/grani-antichi-e-bufale-moderne-il-caso-del-kamut/