Il futuro della mela: a polpa rossa e grandi come ciliegie
Il 15 novembre si apre a Bolzano Interpoma, una fiera dedicata alla melicoltura. Tra vivaisti e frutticultori c’è molta attenzione sulle novità che saranno presentate. Il settore sta infatti attraversando una fase di cambiamento, con il declino di alcune varietà storiche e l’ascesa di altre. Le mutate abitudini dei consumatori propongono rinnovamenti anche delle varietà impiantate in frutteto.
Alcuni ricercatori del Crea (Unità di ricerca per la frutticoltura di Forlì) sono impegnati in ricerche sul miglioramento genetico dei frutti delle mele.
La melicoltura italiana si basa su varietà ormai molto datate, che hanno una identità ben distinguibile e il consumatore le conosce.
Il consumatore sta progressivamente abbandonando le varietà a buccia verde, con polpa farinosa e dal gusto acido per andare verso frutti a buccia rossa, idealmente come quella di Biancaneve, molto succose, dolci e croccanti.
Attualmente si punta su mele dalla buccia rossa, di bell’aspetto, croccanti, succose e dolci. Il miglioramento genetico sta lavorando per mettere a punto mele con dimensioni ridotte, le cosiddette mele-ciliegia, che rispondono all’esigenza di consumarle facilmente, senza sbucciare il frutto, e che permette un consumo anche non a tavola. La polpa rossa invece, oltre che esteticamente piacevole, offre alta percentuale di polifenoli.
Oggi il consumatore richiede anche prodotti salutari e ricchi sotto il profilo nutrizionale. Una mela a polpa rossa, oltre che incuriosire, è certamente più ricca di antiossidanti. Per quanto riguarda la resistenza delle piante alle principali fitopatologie, si trovano varietà resistenti alla ticchiolatura. Questo miglioramento varietale è dettato anche dall’esigenza di ridurre i trattamenti in frutteto e venire incontro alle richieste dei consumatori che chiedono prodotti sempre più sani.