I Georgofili e le innovazioni in agricoltura dalla nascita dell’Accademia ad Arrigo Serpieri Saggio storico di Lucia Bigliazzi – Luciana Bigliazzi
Introduzione
L’agricoltura, “Madre di tutte l’Arti, e lor Natura”. Affrontare il tema delle “innovazioni in agricoltura” legate al mondo dei Georgofili, significa trattare dei Georgofili stessi, della vita stessa dell’Accademia, della linfa vitale che da oltre 250 anni permea l’essenza stessa dell’istituzione e la sua attività.
Il motto assunto a rappresentare la prima Accademia di agricoltura del mondo, “Prosperitati Publicae Augendae” bene evidenzia la volontà dei Georgofili di lavorare per la prosperità pubblica, per mantenerla, migliorarla, incrementarla, non tralasciando alcun campo d’azione. Esemplificativo in merito è da considerarsi l’assetto organizzativo che l’Accademia si dette pochi anni dopo la nascita e così dal Ragguaglio dell’istituzione, reggimento e progressi della Accademia dei Georgofili, del 1756, si evince che l’attività accademica era suddivisa in 8 classi di cui oggetto della prima erano il clima della Toscana, le proprietà dei terreni e la loro esposizione, la coltura dei grani e delle biade, biade; la seconda classe si occupava delle viti, della vendemmia, della fattura e conservazione dei vini; oggetto della terza classe, gli alberi da frutta e non; olivi, gelsi e allevamento del baco da seta costituivano l’ambito di intervento della quarta; alla quinta classe erano affidati i boschi, le praterie e gli animali; alla sesta gli studi per liberare le campagne da “Ruggine, Volpe, Acque, vermini, e erbe nocevoli … e render fertili le … Maremme”; la settima e l’ottava si dovevano occupare di giardini, orti e fiori e della “conservazione de’ Grani, delle Fabbriche, e Istrumenti rurali”.1 Nessun aspetto era tralasciato nella consapevolezza che per migliorare l’agricoltura occorreva avere visione, studiare ed esaminare un contesto assai ampio e articolato, unico capace di fornire all’Accademia tutte le informazioni possibili per poter concretamente poi intervenire.
Naturalmente i lunghi anni di vita dell’istituzione e il momento storico nel quale essa operava hanno di volta in volta connotato di timbro particolare la sua composita attività, sempre però fedele all’impegno assunto ab origine e ben esplicitato dal suo motto. Un impegno nato in quel lontanissimo 4 giugno 1753, giorno nel quale in palazzo Bardi in Piazza Pitti, si riunirono 18 menti eccelse per fondare una istituzione non teorica ma operativa, pratica, dialettica, allo …….