I Contratti di fiume per una gestione integrata e partecipata dei bacini/sottobacini fluviali italiani
Dissesto idrogeologico: in Italia dall’ottobre 2013 ad oggi danni per circa 4 miliardi di euro dovuti ad oltre 50 anni di errori nella progettazione di alcune opere idrauliche ma anche ad una burocrazia che impedisce la realizzazione di opere necessarie ed approvate, carenza di pianificazione ed illegalità legalizzata attraverso i condoni
DOI 10.12910/EAI2016-035
La gestione pattizia dei beni collettivi e l’adozione di strumenti come i Contratti di fiume, intesi anche come di lago e costa, rappresentano oggi in Italia, una concreta alternativa al perdurare del rischio ed all’apparentemente “inevitabile” e progressivo degrado del territorio e dell’ambiente. Rappresentano una spinta dal basso pacifica e democratica, una ri-assunzione di responsabilità collettiva, una forma di democrazia diretta. Il successo dei Contratti di fiume risiede nel fatto che dalle piccole comunità locali fino al Governo nazionale, si sta ormai facendo strada la consapevolezza che per trovare nuovi modelli di gestione servono nuovi strumenti di governance partecipativa. In questo secolo nei paesi occidentali abbiamo a disposizione, come mai prima d’ora una tecnologia avanzata, un sistema approfondito di conoscenze ed una articolata legislazione ambientale, eppure ci scopriamo ogni giorno più esposti ai rischi…
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