I boschi invecchiano. Per che cosa? Per il meglio. Speriamo.

I boschi invecchiano. Per che cosa? Per il meglio. Speriamo.

A quanto pare in Italia  il  disboscamento e  la degradazione dei boschi, sono pericoli scongiurati.

Nel 1985 l’Inventario Forestale riportò 6.140.000 ettari di bosco e  al 2005 il nuovo Inventario ne riporta: 8.759.000.  Poiché i rimboschimenti  non si fanno quasi più, l’aumento  va attribuito alla diffusione spontanea nei terreni ritirati dall’agricoltura e dalla pastorizia. Il rimboschimento per impianto  si faceva con i soldi delle tasse mentre, invece, il costo  sociale del  rimboschimento naturale sta negli inconvenienti strategici ed economici  che derivano dalla dipendenza alimentare dall’estero.
Un altro aspetto è quello dello stato di invecchiamento dei boschi alla data dei rilievi pubblicati nel 2005. Nell’ambito dei boschi cedui  quelli invecchiati in età non più adatte ad una soddisfacente rinnovazione per polloni  coprivano  il 33% della superficie.  Fra le fustaie coetanee, il 35% era occupato da popolamenti  stramaturi  (cioè non più facili da trattare in vista della rinnovazione naturale); infine,  fra gli “altri boschi di alto fusto” risultò invecchiato il 30%. Poiché i boschi posti in rinnovazione sono oramai molto pochi, l’età media  è destinata ad aumentare.
 In conclusione,  in Italia 1.942.000 ettari di boschi cedui e di alto fusto formavano la categoria dei boschi a selvicoltura abbandonata intendendo con questo, i boschi che non si prestano più all’applicazione di  uno dei  sistemi selvicolturali ordinari a meno di investire in operazioni  colturali di ripristino.   L’abbondante retrovia (60%) dei boschi classificati adulti e maturi e l’esigua percentuale (10%) dei popolamenti in rinnovazione recente rivelano eloquentemente che la classe dei boschi a coltura abbandonata è destinata ad aumentare…
Pathway in Monet's Garden at Giverny - Claude Monet - 1900
Pathway in Monet’s Garden at Giverny – Claude Monet – 1900

Redazione Fidaf

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