I boschi della Berlino abbandonata
Biodiversità nascosta, comportamento delle specie minacciate ed espansione delle specie esotiche nelle aree urbane e periurbane.
Berlino, capitale della Germania di 3,5 milioni di abitanti, si estende su di un’area di circa 892 km2; la città è composta da una complessa struttura urbana derivante dal ricco mosaico di usi del suolo presenti: il 54% del territorio sono aree costruite, il 21% boschi, il 12% spazi verdi urbani, il 6% fiumi e bacini lacustri, il 7% prati e coltivazioni agricole (SenStadt, 2008).
La particolare situazione politica che ha caratterizzato la città tra la fine del secondo conflitto mondiale e la riunificazione nel 1989 ha determinato, principalmente per la parte ovest, un eccezionale sviluppo della vegetazione forestale all’interno della propria cintura urbana: contrariamente ad altre città dell’Europa, a Berlino molte parti distrutte durante la seconda guerra mondiale sono state lasciate in uno stato di completo abbandono nell’ottica di una loro progressiva riqualificazione, mai avvenuta in seguito alla divisione della città nel 1961. Si è quindi assistito a un naturale processo di ricolonizzazione di queste aree da parte della vegetazione che, col passare del tempo, ha creato strutture e composizioni tipicamente boschive (Kowarik & Langer 2005). Successivamente alla caduta del muro e alla riunificazione delle due Germanie, molte aree industriali e infrastrutturali della Berlino socialista (parte est) sono state abbandonate, così come caserme e aree militari, subendo analoghi processi di ricolonizzazione forestale…