Gravi falsi, frodi, corruzioni nel “BIO”?
Le coltivazioni “biologiche” sono sorte e si sono diffuse nella seconda metà del secolo scorso, riscuotendo un crescente successo. I motivi erano diversi e basati sulla migliore qualità dei prodotti, in quanto esenti da trattamenti chimici e sottoposti a controlli severi sul rispetto delle tecniche e di quant’altro richiesto per tutelare anche l’ambiente. Si sollevarono subito diverse perplessità e i Georgofili ne discussero con autorevoli studiosi. Negli Atti di un apposito Convegno sono riportati i testi delle Relazioni. Ricordo che il prof. Filippo Lalatta, dell’Università di Milano, fu il primo a manifestare il proprio parere negativo, a cominciare dall’adozione del termine “agricoltura biologica” (carpito anche a noi che siamo tutti organismi biologici) giustamente ritenuto accattivante per i consumatori, ma prospettando altrettanto motivatamente i facili rischi di speculazioni e le difficoltà di efficienti servizi di controllo.