G20 Agricoltura: innovazione e investimenti pilastri della sostenibilità agroalimentare
La riunione del G20 Agricoltura, che si è tenuta a Firenze gli scorsi 18 e 19 settembre nell’ambito della presidenza italiana, ha rinnovato l’impegno a rilanciare il multilateralismo per la promozione di sistemi alimentari sostenibili al fine di conseguire la piena attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In tale occasione i ministri dell’Agricoltura dei 20 Paesi partecipanti hanno approvato la Carta di Firenze per l’agricoltura del futuro, articolata in 21 punti tra cui cambiamento climatico, lotta agli sprechi, obiettivo fame zero, sostegno al reddito degli agricoltori, sicurezza alimentare, cooperazione.
Nel suo discorso al meeting ministeriale, il Direttore Generale della FAO Qu Dongyu, Direttore Generale della FAO, ha esortato i paesi ad agire con rapidità per portare avanti la trasformazione dei loro sistemi agroalimentari. Qu ha sottolineato l’importanza di maggiori investimenti e dell’innovazione per trasformare i sistemi agroalimentari, come si legge nel comunicato, pubblicato anche su AgriCulture, e come è stato poi ribadito dall’intervento del ministro Patuanelli. Questo richiamo non è solo una dichiarazione rituale per ripetere i temi ricorrenti in tutte le riunioni degli organismi delle Nazioni Unite, ma assume al contrario un significato di grande forza e di particolare rilievo.
Cominciamo dall’innovazione. Ribadirne l’importanza per accelerare la trasformazione dei sistemi agroalimentari a livello nazionale significa mettere in rilievo che la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari nazionali dipende dai risultati conseguiti dalle attività di ricerca scientifica e tecnologica, nonché dalla capacità di trasformare le acquisizioni scientifiche in valore economico, sociale e ambientale attraverso l’adozione di innovazione tecnologica, sociale e organizzativa. In altre parole, la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari non può fondarsi sul ritorno a pratiche arcaiche, forse meno impattanti sulle superfici coltivate, ma meno efficienti nell’utilizzo delle risorse naturali e quindi in definitiva più dispendiose da un punto di vista ambientale. La transizione verso la sostenibilità dell’agroalimentare si basa al contrario sull’adozione di pratiche agricole innovative che consentano di aumentare la produzione di alimenti per unità di risorsa impiegata (suolo, acqua, energia, biodiversità).
Ma, accanto all’innovazione, il Direttore Generale della FAO ha richiamato l’attenzione dei governi del G20 anche sull’urgente necessità di aumentare gli investimenti nel settore. Le aziende agricole sono imprese a tutti gli effetti: il capitale rimane quindi un fattore essenziale della produzione, al pari di terra e lavoro. Gli investimenti, sotto forma di capitale di anticipazione dell’agricoltore o di credito agrario, sono quindi essenziali per la produzione agricola. Gli investimenti nell’agricoltura sostenibile assumono però una rilevanza ancor più strategica nel quadro delle politiche volte a minimizzare l’impatto sull’ambiente della produzione agricola. A tale proposito, occorre indirizzare l’erogazione del credito agrario verso investimenti sostenibili da un punto di vista non più esclusivamente economico, ma anche ambientale e sociale, come riaffermato anche nelle recenti Giornate di Studio e Proposta sul Credito Agrario “Investire nell’agricoltura sostenibile per la transizione ambientale” (23 e 24 settembre). Sarà quindi sempre più centrale il ruolo dei liberi professionisti laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali per la valutazione della sostenibilità ambientale e sociale, oltre che economica, degli investimenti.
“È quindi urgente e necessario sviluppare un quadro organico di coordinamento e una strategia di lungo periodo per il credito agrario, che permetta di cogliere e sostenere adeguatamente il fluire della realtà agraria italiana storicamente dinamica e mutevole, pronta a recepire nuove opportunità di crescita e di affermazione”, recita il documento conclusivo delle Giornate di Studio. Adeguate politiche sono difatti l’elemento che permette di coniugare investimenti e innovazione per promuovere la trasformazione dei sistemi agroalimentari verso la sostenibilità.