Fondazione PER presenta il quaderno dal titolo “Verso un nuovo ordine mondiale: quali sfide per l’agricoltura italiana ed europea?”

Fondazione PER presenta il quaderno dal titolo “Verso un nuovo ordine mondiale: quali sfide per l’agricoltura italiana ed europea?”

 

Gli effetti dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno fatto riemergere qualcosa che, nel lungo periodo di pace iniziato nel dopoguerra, avevamo rimosso: e cioè che la disponibilità di beni alimentari gioca sempre un ruolo strategico nei conflitti tra i Paesi. L’Ue è oggi la prima “potenza” agricola del mondo. Ma è un “nano” politico. E rischia, con le insensate strategie proposte dalla Commissione, come il “Farm to Fork”, di indebolirsi sul piano produttivo e tecnologico. L’Unione potrà svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale e tentare di guidare l’edificazione di un nuovo ordine, se innanzitutto si dota di una testa politica e di una legittimazione democratica, riformando i trattati. E deve darsi anche politiche adeguate a mantenere e irrobustire la sua performance agricola. Si tratta di eliminare ogni blocco all’effettiva introduzione dell’innovazione scientifica nelle tecnologie produttive (OGM e nuove tecniche genomiche) e di definire tipologie di intervento per garantire gli approvvigionamenti alimentari. La guerra sta ragionevolmente spingendo le democrazie a ridurre la loro dipendenza dalle autocrazie per le risorse necessarie al loro sviluppo e alla loro sicurezza. Nell’immediato, questa risposta ha certamente un senso. Ma deglobalizzare renderà difficili le soluzioni dei problemi a scala planetaria, come, ad esempio, le migrazioni e il contrasto ai cambiamenti climatici e alle povertà. Il ritorno alla logica delle grandi potenze non conviene a nessuno. Bisogna, pertanto, impedire una involuzione dell’ordine liberale multilaterale.

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Redazione Fidaf

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