Etichetta semaforo: vittoria del buon senso
Il Parlamento Europeo ha respinto la proposta di classificare gli alimenti con il criterio del semaforo. Cerchiamo di capire di cosa si tratta: l’agenzia alimentare inglese, negli anni scorsi, ha deciso di segnalare ai consumatori le caratteristiche nutrizionali degli alimenti attraverso il sistema dei semafori. In pratica la presenza negli alimenti di quantità elevate di zuccheri, grassi, grassi saturi e sale deve essere segnalata con un bollo rosso; quando la quantità è media il bollo giallo ed infine quando i nutrienti sono bassi il loro contenuto si segnala con un bollo verde. Su un alimento possono essere presenti contemporaneamente bolli di colore diverso ed il consumatore deve regolarsi di conseguenza.
Curiosamente le bevande alcoliche sembra che non debbano essere soggetto del semaforo.
Una persona con problemi di pressione potrà acquistare quegli alimenti in cui sotto l’indicazione del sale troverà un bollo verde; chi ha problemi di diabete cercherà quelli con il bollo verde sotto lo zucchero; le persone con sovrappeso eviteranno gli alimenti con il bollino rosso sotto i grassi e gli zuccheri e cosi via. L’agenzia alimentare fornisce anche delle indicazioni sulle quantità di alimento da consumare in funzione del colore del bollo o dei bolli.
Ovviamente esistono dei limiti: ad esempio quando la quantità di grasso supera il 20% il bollo deve essere rosso; dal 3% fino al 20% il bollo deve essere giallo e sotto il 3% il colore è verde. Indicazioni analoghe debbono essere per gli altri nutrienti considerati pericolosi di cui abbiamo parlato all’inizio.
Le industrie alimentari debbono adeguarsi alla norma ed apporre le etichette in funzione del contenuto dei diversi nutrienti; presumibilmente c’è la caccia a ridurre le quantità al di sotto delle soglie (ad esempio il 19,99 % di grasso) per mettere un bollo più rassicurante…