Estensione dell’indennità ai professionisti “ordinistici”: primo risultato delle sollecitazioni di ConfProfessioni, della FIDAF e delle associazioni tecniche
Gli strumenti di supporto economici messi in campo dallo Stato per sostenere, anche se in piccola parte, questa fase completamente nuova ed inesplorata, nella quale tanti cominciano ad avere difficoltà, fra le altre, anche in termini di liquidità a causa della ridotta attività lavorativa o della perdita del lavoro, non avevano inizialmente ricompreso i liberi professionisti “ordinistici”, come sempre è sempre accaduto anche in passato.
Questa discriminazione, è stata sin da subito evidente a tutti e, in particolare, a quanti esplicano attività libero professionali, che si sono visti abbandonati nel momento della difficoltà. Fremente è stata la levata di scudi avverso a questa “dimenticanza” del Governo che ha visto uniti, anche se in maniera non sempre coordinata, le diverse anime del variegato mondo delle Libere Professioni: singoli Ordini, loro raggruppamenti, casse previdenziali, ma anche e soprattutto il mondo della rappresentanza sindacale dei Liberi Professionisti in Italia che, in ConfProfessioni, vede l’unico interlocutore per lo Stato.
E l’intervento di ConfProfessioni, sollecitato anche dalla FIDAF e dalle altre associazioni dell’Area Ambiente e Territorio (vedi per esempio qui), ha contribuito insieme alle altre pressioni, a ottenere un primo buon risultato: la firma, da parte del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Decreto con il quale si estende l’indennità, già prevista per i lavoratori dipendenti e per le partite IVA ricadenti nella gestione separata INPS, ai lavoratori autonomi e professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.
Si tratta di un risultato marginale in termini concreti e di entità del sostegno, ma politicamente di assoluto rilievo: è una delle prime volte, se non la prima in assoluto, che il mondo libero professionale ottiene un riconoscimento che lo porta ad essere equiparato in termini di politiche del lavoro e sociali, alle altre categorie di lavoratori.
Il sostegno concreto che i Liberi Professionisti potranno ottenere, grazie a questo Decreto è effettivamente modesto e sarà possibile solo per alcuni richiederlo ed ottenerlo. Purtuttavia, non possiamo non notare come questo Decreto possa e debba essere considerato, purtroppo in una fase ed in un momento drammatico per l’Italia e per il mondo intero, una pietra miliare nella costruzione di un nuovo rapporto che veda lo Stato e la collettività riconoscere in maniera concreta l’importanza di 2 milioni di Liberi Professionisti, nella costruzioni e gestione della nostra macchina amministrativa, economica, ambientale e, nel complesso, a sostegno della intera Società.