Esempio di confronto costruttivo tra opinioni differenziate riguardo a temi di rilievo. Dialogo sul pensiero di Emanuele Severino.

Esempio di confronto costruttivo tra opinioni differenziate riguardo a temi di rilievo. Dialogo sul pensiero di Emanuele Severino.

Dialogo su Linkedin riguardo al pensiero di Emanuele Severino tra Leo

Ferrarini, Luca Tacconi e Fabio Pistella

Ha cominciato Leo Ferrarini ponendo all’attenzione un’intervista di Emanuele Severino che effettivamente è di grande interesse

SEVERINO MA GIUSTO – “LA FORMA PIÙ RIGOROSA DI FOLLIA OGGI  È LA TECNOLOGIA CHE UCCIDERÀ LA DEMOCRAZIA, A PARTIRE DAGLI STATI PIÙ DEBOLI COME L’ ITALIA” –  

IL FILOSOFO “ERETICO” EMANUELE SEVERINO RICORDA LA CONDANNA DEL SANT’UFFIZIO: “LA PROCEDURA FU LA STESSA DI GALILEO MA MI ACCOLSERO CON IL TÈ E I PASTICCINI” – 

QUELLA VOLTA CHE A TEHERAN, DAVANTI AGLI AYATOLLAH, SOSTENNE CHE “IL CAPITALISMO E LA TECNOLOGIA SI SAREBBERO MANGIATI ANCHE L’ ISLAM…”

Luca Tacconi ha risposto prontamente, allargando il campo di riflessione

Severino è un grande, ho un suo libro su Leopardi che devo leggere, leggevo i suoi articoli sul Corsera, compreso uno molto interessante dove si confrontava con qualcuno che non ricordo, citando anche Einstein. Dovrei approfondire il suo pensiero perché non mi convince. Concordo su quello che dice riguardo ai fideisti e agli atei, anche se mi sembra un po’ troppo semplificatorio, questi sono discorsi che capirei fatti da Nietzsche ma il cristianesimo è tante cose, è anche Cartesio, Sant’Agostino, David Maria Turoldo, San Francesco ecc. Detto questo, mi permetto di dissentire sul nichilismo. Il punto a mio avviso è questo: è folle chi considera e qui accolgo la sua semplificazione, non avendo letto il libro confido sia più preciso, certa l’esistenza di Dio e chi la ritiene non certa, perché entrambi partono da un pregiudizio che non sanno e non possono dimostrare. Nel contempo però Severino condanna chi dice che veniamo dal nulla e finiremo nel nulla, dicendo che noi siamo destinati a qualcosa di più grande. Ma a questo punto anche lui è un folle perché è un atto di fede. Anche tutte le speculazioni dei greci sono speculazioni appunto. È vero che tante cose non riusciamo a spiegarcele ma neanche i fulmini a suo tempo. Eppure abbiamo scoperto la loro origine tutt’altro che divina. La sua paura della tecnologia è fondata ma chi gli assicura che con essa non possa dare l’uomo una risposta a tutto. Intendiamoci, tutto è possibile, soprattutto che la nostra dimensione umana non sappia cogliere tutto, per esempio già per noi è impossibile concepire l’infinito perché è in contrasto con tutto ciò di cui abbiamo esperienza. Ma il nostro cervello è ancora inesplorato, perché precluderci la possibilità che esistano spiegazioni razionali? Mi spingo oltre: la follia di Severino non è diversa dal cristiano e dall’ateo perché sopravvaluta l’importanza dell’uomo nell’universo ma noi occupiamo una porzione infinitesima di un universo immenso se non infinito e conosciamo solo il 5% dell’intero universo: perché Severino liquida come nichilismo l’ipotesi tutt’altro che peregrina che l’uomo è solo un accidente dell’universo? Che come è comparso per caso, prima o poi tornerà nel nulla? Lo dico col massimo rispetto, anche lui come il cristiano ha bisogno di credere in qualcosa che giustifichi la sua esistenza. Il cristiano lo chiama Dio, lui lo definisce in maniera più sofisticata. Ma sempre di un Dio si tratta. Pero ripeto andrebbe approfondito anche perché ad esempio la fisica quantistica pone questioni interessanti. Però, mannaggia, mi piacerebbe confrontarmi con lui, uno così mette sicuramente in difficoltà e apre la mente. Ciao Leo Ferrarini buon anno.

Fabio Pistella ha colto l’occasione

 

Tre commenti a prima vista contraddittori.

In una logica di alternative secche – tipo il gioco,fuorviante, del lancio dalla torre – per me quello tra Tacconi e Severino è un confronto tennistico 6-1, 6-1. Il motivo di fondo per cui vince indubbiamente Luca Tacconi è che ha capito e applica alla grande il teorema di Goedel: se sei un oggetto finito e circoscritto in un sistema finito non puoi avere contezza completa dell’infinito, tutt’al più barlumi. Alla sua vittoria contribuisce anche la citazione di figure del Cristianesimo che hanno seguito il messaggio meraviglioso del rapporto di carità tra esseri umani (ama il prossimo tuo come te stesso) che Severino trascura. Severino perde anche perché oltre ad essere un solipsista è in fondo pure lui un nichilista, un grandioso nichilista inconsapevole, che si inventa un surrogato chimico delle due droghe naturali: religione conformista e ateismo militante.

Fuori dalla logica della torre, Severino è grande per le questioni che pone e per come le ha formulate e diffuse. C’è bisogno di lui, in un mondo che sta perdendo la tensione verso l’irraggiungibile, l’isola che non c’è, ma l’idea della quale ci aiuta a vivere). Qui sottoscrivo il cappello levato in segno di rispetto da Leo Ferrarini. C’è bisogno, però, anche di chi contrasti Severino quando (esistenzialista estremo?) sostiene che “Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia” .   

https://www.youtube.com/watch?v=4u2b3yEZZGI

e conduce la sua erronea battaglia contro la tecnologia che è potenzialmente tra le soluzioni, ancorché parziali, della vicenda umana, non necessariamente tra i problemi.

 

Sul ruolo di scienza e tecnologia

https://www.linkedin.com/pulse/la-posizione-di-husserl-riferita-alla-scienza-%C3%A8-e-anche-pistella/

https://www.linkedin.com/pulse/per-il-futuro-dellumanit%C3%A0-la-tecnologia-%C3%A8-terapia-non-fabio-pistella/

La fisica quantistica evocata da Luca Tacconi c’entra: è un segmento del sapere dove si soffre per scarsa attenzione a Goedel, ci si lacera in dualismi riduttivi (del tipo onda – particella) ci s’interroga sul significato profondo del principio di indeterminazione, ci si confronta con il paradosso dell’azione a distanza dell’entanglement, del teletrasporto ma si costruiscono squarci di verità meravigliosi e potenzialità tecnologiche sconvolgenti. La lettura più proficua di questo mondo è secondo me quella di Bohr (principio di complementarietà) proprio perché non dicotomica, ma invece inclusiva di molteplici squarci illuminanti, ancorché inevitabilmente parziali.

Come dicevo all’inizio la dicotomia è un vizio intellettuale e può essere paralizzante. Non necessariamente l’obiettivo deve essere la sintesi suprema: a perseguirla si arriva al paradosso di Severino che, ripeto, afferma: “Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia” https://www.youtube.com/watch?v=4u2b3yEZZGI .

Posso dire No Grazie? Se non altro pensando alle giovani generazioni? Come messaggio per l’anno nuovo non mi va proprio giù e mi domando se sia accettabile apprezzare il contributo di Severino senza evidenziarne al contempo rischi e controindicazioni. Dovremmo domandarci più spesso che tipo di cultura trasmettiamo e che esempi proponiamo. Un tipico corso di storia di filosofia dei licei che personalità costruisce come risultato concreto nella psiche dei giovani, aldilà delle intenzioni dei docenti? Certe volte mi viene la tentazione di dire che forse è meglio se ci stanno poco a sentire. 

Leo Ferrarini rientra in campo

Fabio Pistella … meglio che i giovani ci stiano a sentire … tra i tanti, qualcuno comincerà a interrogarsi e a entrare in dialogo con i Classici, per riprendere ‘sentieri interrotti’ del pensiero e proseguire ‘sulle spalle dei giganti’ … e qualcun altro sarà attento, almeno, ad evitare di ripetere i nostri errori …

Fabio Pistella rilancia

Meglio ancora se nelle nostre esposizioni siamo meno conformisti a posizioni ideologiche (mi riferisco a linee di pensiero originate dall’esistenzialismo ed epigoni fino alla post verità) che hanno monopolizzato il sistema culturale individuando problemi, ma non dando soluzioni. Anzi lo ripeto, arrivando ad affermare : “Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla Gioia”  https://www.youtube.com/watch?v=4u2b3yEZZGI . 

Ma questa è solo la punta dell’iceberg: un palleggio franco tedesco del secondo dopoguerra intriso di ideologismo marxista al quale si sono allineati molti pensatori italiani. Posti davanti alla domanda chiave “Che fare?” l’unica proposta è stata “Il comunismo, ma uno diverso da quello reale”.

Luca Tacconi prova a concludere con diplomazia

Fabio Pistella Buongiorno e buon anno. Interessanti i tuoi commenti, in realtà credo che se avessi di fronte il Severino de visu non toccherei palla, uno che è stato condannato dalla Santa Inquisizione di argomenti ne avrà avuti, è chiaro che qui avrà semplificato. Grazie comunque, è stata una proficua lettura, in effetti non conoscevo quella sua estremizzazione sulla morte.

Ma Leo Ferrarini rilancia alla grande

Fabio Pistella assolutamente d’accordo, il palleggio filosofico franco-tedesco esistenzialista ce lo lasciamo alle spalle … intriso di pessimismo cosmico ed abbandono dell’azione di Schopenhaueriana memoria … ma anche la critica del primo Wittgenstein, ripresa in forma radicale da Quine, devastante per la metafisica quanto la critica di Hume, è ritornata su posizioni platoniche relativamente all’esistenza ‘reale’ dei concetti … e la Scienza prosegue e ci affascina … e la Filosofia indaga da sempre i limiti assoluti della comprensione umana, un’eterna variazione a Platone … la metafisica, anche quella di Severino, non è morta … anzi, si è ripresa molto bene anche tra i filosofi analitici …

Luca Tacconi… Buon Anno anche a te, Luca … non è mia intenzione turbare questa festa… Severino non è il detentore della Verità né vuole esserlo … il suo impianto concettuale e la sua dialettica hanno messo in crisi generazioni di teologi Cattolici, arrivati a chiedersi … E se Severino avesse ragione? … non sull’esistenza di Dio, che resta un atto di fede, ma sul ruolo di una concezione, universalmente riconosciuta dal pensiero occidentale, che gli Enti provengono dal Nulla ed al Nulla ritornano, concezione che lui, in accordo con Parmenide, rifiuta. E, nonostante la facile ovvietà del nostro pensare ‘di buon senso’, che ci consente di negare immediatamente l’eternità degli enti, il suo apparato critico concettuale è così solido da mettere in crisi generazioni di teologi e filosofi. Poi anch’io, che non riesco a stare, non dico ‘sulle spalle dei Giganti’, ma nemmeno sulle loro ginocchia, mi consolo dicendo che anche se non capisco tutta la sua critica (domine, non sum dignus – domine, con la d minuscola, rivolta a Severino) ho imparato ad accettare che, visto che sono eterno, ho tutto il tempo che mi serve per tornare sull’argomento… E… molto laicamente, … ‘a Dio piacendo’ … che riassume la mia contraddizione in-soluta

Fabio Pistella manda fuori campo, forse è calcio d’angolo

Sottoscrivo quasi integralmente. Proviamo a sviluppare queste riflessioni, continuando così “fuori ordinanza”.

Leo Ferrarini concede la rivincita

Fabio Pistella assolutamente d’accordo.

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Redazione Fidaf

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