Uomini e insetti. Dalla logica di sterminio all’alleanza per la sostenibilità
Quando venne il mattino, il vento orientale aveva portato le cavallette. Le cavallette salirono su tutto il paese d’Egitto e si posarono su tutta l’estensione dell’Egitto. Erano numerosissime: prima non ce n’erano mai state tante, né mai più tante ce ne saranno. Esse coprirono la superficie di tutto il paese, che ne rimase oscurato, e divorarono tutta l’erba del paese e tutti i frutti degli alberi, che la grandine aveva lasciato. Nulla di verde rimase sugli alberi né sulle erbe della campagna, in tutto il paese d’Egitto. (Esodo 10,13-15)
If all mankind were to disappear, the world would regenerate back to the rich state of equilibrium that existed ten thousand years ago. If insects were to vanish, the environment would collapse into chaos. (E. O. Wilson)
Gli insetti sono da sempre considerati terribili nemici dell’uomo. I tentativi di eradicazione degli insetti parassiti delle piante coltivate, degli animali domestici e dell’uomo, effettuati nella seconda parte dello scorso secolo, hanno mostrato di avere conseguenze deleterie sull’equilibrio degli ecosistemi, anche di quelli disturbati come gli agroecosistemi e le aree urbane, dimodoché nel lungo termine i danni hanno spesso superato i vantaggi ottenuti. Si stanno quindi affermando approcci di controllo degli insetti nocivi e di difesa delle colture più attenti agli equilibri ecologici, volti a minimizzare gli effetti negativi per il genere umano di alcuni insetti e nel contempo a valorizzare e massimizzare i servizi ecosistemici offerti da altre specie, tra cui l’impollinazione di piante spontanee e coltivate, la degradazione ed il riciclo della sostanza organica nel terreno e il biocontrollo di agenti patogeni e parassiti. Per queste strategie di transizione verso sistemi agricoli sostenibili, che includano tecnologie già consolidate, come l’Integrated Pest Management (IPM), o che utilizzino metodi in fase di sviluppo, come la Incompatible Insect Technique, assumono un’importanza strategica lo studio e la comprensione, in un’ottica sistemica, della biologia, del comportamento e della variabilità genetica degli insetti, sia di quelli considerati benefici, che di quelli annoverati tra gli organismi nocivi. Le conoscenze generate dai centri di ricerca devono inoltre essere integrate alle conoscenze acquisite dagli agricoltori e dai tecnici agricoli e accompagnate da misure politiche, normative ed organizzative che ne favoriscano l’applicazione pratica.
I più recenti progressi della ricerca entomologica italiana sono stati l’oggetto di un recente seminario organizzato nell’ambito del Memorandum of Understanding tra FAO e i tre enti di ricerca italiani attivi in campo agroalimentare, CNR, CREA e ENEA. Il seminario ha offerto l’occasione per costituire un gruppo congiunto di lavoro che sta attivamente esplorando le possibilità di mettere a frutto le conoscenze sviluppate dal sistema italiano di ricerca nell’applicazione di strategie di difesa integrata delle colture nei Paesi in via di sviluppo. Questo numero monografico di Energia, Ambiente Innovazioneè, almeno in parte, un primo frutto dellacollaborazione tra FAO e gli istituti italiani di ricerca.
Gli interventi che seguono, scritti da autori che provengono dalla ricerca, dalla amministrazione pubblica, dalla produzione agricola, dalla cooperazione internazionale e dalla consulenza tecnica, si propongono di fare il punto delle conoscenze fin qui acquisite e di discutere il complesso mix di misure politiche e di attività di ricerca, di organizzazione dei produttori e di assistenza tecnica, che può permettere di trasformare i rapporti tra uomini ed insetti, in modo che non siano più improntati alla logica di sterminio, ma si convertano in prodromi di una alleanza per la sostenibilità.
Il numero monografico comprende contributi sulle tecniche di controllo delle pullulazioni di insetti “nocivi” e scritti relativi alla utilizzazione di insetti “utili”. Particolare attenzione è rivolta alla valutazione di impatto socio-economico della introduzione della IPM nel comprensorio olivicolo di Canino, in provincia di Viterbo, cui sono dedicati tre articoli ed un video. Il progetto Canino, un progetto degli anni 80 pionieristico per approccio ed estensione, i cui benefici effetti perdurano dopo trenta anni, offre infatti lo spunto per riflessioni di particolare significato per la progettazione di futuri interventi sia a livello politico che a livello tecnico-scientifico…