Intervista a Carlo Hausmann
Assessore Hausmann, lei è dottore in Scienze Agrarie, esperto di sviluppo rurale e vanta una lunga esperienza professionale anche sul fronte della ricerca, della formazione e delle tecnologie innovative. Partendo da questa consolidata competenza nel settore agricolo e agroalimentare, quali sono a suo giudizio le strategie e gli interventi prioritari per rafforzare il trasferimento tecnologico al sistema agro-alimentare del Lazio, ovvero per portare sempre più la ricerca “dai laboratori ai campi”, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di innovazione?
Uno dei principali strumenti è il Programma di Sviluppo Rurale (PSR). Nel PSR del Lazio 2014/2020 la sensibilizzazione delle imprese a utilizzare l’innovazione ai fini del miglioramento della sostenibilità è legata sia all’attuazione del partenariato europeo per l’innovazione, misura specifica che prevede programmi di ricerca applicata all’intero settore agroalimentare, sia all’invito alle stesse imprese ad utilizzare il catalogo dell’innovazione. Quest’ultimo rappresenta una novità e riunisce tutto quello che è stato realizzato nella vecchia misura 124 del precedente PSR, ed è uno strumento utile alle aziende per proporre nuove attività e ottenere un punteggio molto importante all’interno dei criteri di selezione previsti dalle misure del nuovo PSR. Per quanto riguarda invece il Partenariato Europeo per l’Innovazione, il cosiddetto PEI, qui la connessione tra innovazione e azienda agricola è stabilita come regola. Infatti, attraverso, la creazione dei cosiddetti gruppi operativi, per tutta la durata del progetto si creano delle integrazioni tra le aziende utilizzatrici e i soggetti fornitori delle innovazioni, quali enti e istituti di ricerca.
Come dare concretezza alla sfida per il Lazio ma non solo, di una sempre maggiore sinergia tra svi
luppo economico e tutela ambientale in campo agricolo anche sotto il profilo della gestione sostenibile delle imprese?
Ci sono due piani differenti. Il primo è quello di privilegiare investimenti che coniugano economia e ambiente, il secondo invece è un piano di regolazione, vale a dire un piano in cui è necessario intervenire sulle regole del gioco per limitare al massimo l’incidenza di attività economiche impattanti, favorendo attività sostenibili. La Regione Lazio ha già fatto alcune azioni importanti sotto il primo aspetto, in particolare con le politiche di sviluppo delle Aree protette, Parchi, Siti di Importanza Comunitaria e altre aree di interesse naturale…