Elicicoltura: zootecnia a triplice attitudine

Elicicoltura: zootecnia a triplice attitudine

Nella seconda metà del secolo scorso nelle Facoltà di Agraria e Veterinaria vi erano ancora due corsi facoltativi semestrali di Zoocolture, che riguardavano allevamenti minori. Uno era dedicato all’avicoltura e alla coniglicoltura, l’altro alla apicoltura e bachicoltura, attività zootecniche che nel corso di alcuni decenni scompaiono, come la bachicoltura, o esplodono come l’avicoltura. Nello stesso periodo iniziano a comparire nuovi allevamenti e tra questi l’elicicoltura che risponde alla crescente domanda di chiocciole e che ora ha tre diversi utilizzi: “carne”, uova e bava o muco.

L’allevamento delle chiocciole o elicicoltura è oggi praticata in molte parti del mondo, suscitando sempre maggiori interessi economici e gastronomici. Nel 1980 in Italia nascono i primi allevamenti di chiocciole su cinque milioni di metri quadrati, che nel 1990 diventano quaranta milioni per arrivare a settanta milioni nel 2010. Nel 2014 in Italia si contano circa novemila aziende professionali elicicole che coprono il 49% della domanda interna, mentre il 61% proviene dai Paesi dell’Europa dell’Est e del Maghreb. Nel 2014 la produzione italiana é stimata in 225.000 quintali con un valore dell’intera filiera pari a 210 milioni di euro, mentre il fatturato del prodotto interno è 120 milioni di euro l’anno. Nel mondo e nel 2014 si consumano 811.000 tonnellate di chiocciole della specie Cornu aspersum e della Helix pomatia, soprattutto in Francia (382.000 tonnellate), Spagna (245.000 tonnellate), Italia (40.000 tonnellate), Grecia (28.000 tonnellate) Portogallo (28.000 tonnellate) e resto del mondo (93.000 tonnellate). La produzione totale nel 2014 risulta così suddivisa: 342.000 tonnellate di prodotto fresco; 191.000 tonnellate di prodotto surgelato; 259.000 tonnellate di prodotto conservato e 19.000 tonnellate per l’uso farmaceutico.
Per l’alimentazione umana si usa la “carne” delle chiocciole, formata da acqua (83,97%), proteine (12,35), sali (1,93%) e grassi (1,75%), quindi povera di grassi e con un buon contenuto di proteine, dove gli amminoacidi essenziali sono ben presenti…
Giuditta e la fantesca Abra - Artemisia Gentileschi
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Redazione Fidaf

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