Pensate davvero che ci giovi presentarci come un popolo di disperati sull’orlo del fallimento con insormontabili difetti caratteriali, governati da un mix di folli e/o delinquenti (per altro da noi eletti direttamente o indirettamente) con regole da manicomio e classe dirigente da galera? Tanto più se dobbiamo trovare almeno un modus vivendi con chi dall’estero:
– compra i nostri prodotti e/o viene da noi per turismo e/o investe nelle nostre aziende
– detiene quote del nostro debito pregresso, e/o speriamo lo compri alle continue periodiche scadenze per il rinnovo
– stringe con noi accordi su regole, progetti comuni, impegni.
Pensate che siano stupidi i cittadini degli altri paesi che, pur non usando il silenziatore nei conflitti interni, trovano compattezza nelle posizioni da assumere nei confronti internazionali?
Che pensate voi di stampa e TV che si presentano come i fustigatori dei mali italiani e in realtà rispondono a ideologismi superati, a logiche di cassetta e/o a interessi specifici degli azionisti?
Che pensereste voi se foste dall’altra parte del tavolo a negoziare con l’interlocutore Italia che si presenta nel peggiore dei modi possibili?
In questo coro di autodenigrazione che scrivereste sull’Italia se foste voi a redigere i rapporti di organismi di studio ed analisi come l’OCSE o di valutazione come le Agenzie di rating (per altro interessate di fatto a dipingerci a tinte fosche) o le ottuse pagelle dei burocrati dell’UE Merkel-dipendenti?
Certo non sostengo la tesi che tutto vada bene. C’è molto da correggere su tanti aspetti tutt’altro che marginali e ho afflitto chi mi legge su Linkedin con “pallose” tabelle https://lnkd.in/d5T4svi su potenziali obiettivi e possibili strumenti per uscire dalla crisi (grazie per il numero di visualizzazioni: per me un ulteriore segnale che non mancano posizioni orientate alla ricostruzione di un paese “normale” (anzi migliore del normale); rinnovo qui l’invito a indicare priorità, modifiche e integrazioni).
Incorreggibile nell’elencare le ragioni per cui sono convinto che ce la possiamo fare, ne ricordo, ancora in forma di domanda, due che ritengo molto importanti.
Pensate voi che se fossimo il paese allo sfascio come alcuni da fuori ci dipingono (e molti fra noi rincarano la dose) lo spread nei tassi di interesse del debito pubblico viaggerebbe nella forchetta tra 1,5 % e 2 % ? Prestereste il vostro denaro a qualcuno che vedete a rischio tracollo, accontentandovi di questo ridotto margine a fronte del drammatico rischio specifico?
Pensate voi che se i conti pubblici italiani del 2017 fossero disastrosi la correzione necessaria sarebbe pari allo 0,2 % del PIL? E’ una tirata d’orecchi, tanto per tenerci sotto schiaffo, riconfermare chi comanda e portare a casa qualche rendimento in più.
Allora non alimentiamo i pretesti che servono ad aumentarci ancora lo spread (prepariamoci per quando finirà il cosiddetto quantitative easing della BCE) e a disattendere le nostre fondate richieste (per esempio di supporto sulla vicenda migranti che non può essere visto come un problema solo nostro). Vediamo di costruire un percorso proficuo e non facciamoci ulteriori danni da soli.