Diversità dei suoli italiani e caratterizzazione dei vini
Lo studio delle relazioni fra i caratteri naturali dell’ambiente di produzione e la qualità del vino evidenzia spesso l’esistenza di una specificità, generalmente indicata con il termine di vocazione viticola. L’elemento base della vocazionalità viticola è dunque il territorio, che si materializza in uno spazio geografico all’interno del quale l’opera della natura e il secolare intervento dell’uomo hanno dato origine ad uno o più prodotti non riproducibili altrove, la cui eccellenza qualitativa si manifesta con continuità, quindi anche nelle annate più difficili, perché siccitose o troppo piovose e fredde. E’ dunque dall’interazione tra fattori naturali e umani che nascono le peculiarità di un vino. L’elevato numero di aree vocate alla produzione vitivinicola molto diverse tra loro è pertanto da ritenersi un elemento di valore della vitivinicoltura italiana, insieme alla grande ricchezza di vitigni autoctoni nazionali. L’analisi dei diversi fattori che portano all’espressione qualitativa dei vini è stata oggetto, nell’ultimo ventennio, di numerosi studi scientifici, i quali hanno evidenziato in prima istanza, cioè su una scala geografica abbastanza vasta, il fondamentale contributo che la geologia e la geomorfologia apportano alle peculiarità delle aree viticole.
Questi fattori, infatti, contribuiscono a determinare i caratteri e le qualità del suolo, alcune delle quali hanno un effetto determinante sulla risposta viticola ed enologica. In particolare, i caratteri che condizionano la nutrizione idrica e minerale, quali la capacità di ritenzione idrica, la profondità e il volume esplorabile dalle radici, la pietrosità e il colore (specchio della sua composizione chimica), il drenaggio superficiale e profondo, la ricchezza in calcare attivo nonché in macro e micro elementi, sono le basi della qualità delle uve e della successiva espressione qualitativa dei vini…