Dice Mattarella
Dice il Presidente Mattarella che la politica dovrebbe riflettere su come difendere il territorio dagli effetti dei cambiamenti climatici. Giusto. Parole sante. E misurate. Infatti, cambiamenti climatici sono certamente in corso, (comunque la si pensi sulle loro cause e intensità) ed è certo che la politica non si sia ancora occupata seriamente di difendere il territorio dai loro effetti disastrosi.
Per essere esatti, la pubblica amministrazione non è ancora in grado di difendere il territorio dai disastri naturali consueti, quelli che si ripetono periodicamente da secoli, ovvero di mettere in campo misure per attenuare gli effetti del normale maltempo autunnale, dalle nevicate invernali, della siccità estiva. Per non parlare dei terremoti, che si ripetono con certezza e senza preavviso, con effetti drammatici in un paese antico che, accanto alle recenti concentrazioni urbane, conserva e abita i centri storici .In molti casi, la gestione della cosa pubblica aggrava gli effetti dei disastri naturali invece di attenuarli. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: i torrenti tombati nelle città costiere, le costruzioni legali e abusive accanto agli argini o nelle aree golenali, la mancata pulizia e manutenzione del reticolo irriguo, l’assenza di piani valanghe in montagna, l’abbandono dei boschi e la rinuncia ai tagli delle piante malate o pericolanti, le omesse misure antisismiche nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni… In questo 2017, non ci siamo fatti mancare nulla, nemmeno il dibattito sulle caditoie e i tombini della Capitale che si è rivelato un vero boomerang per il governo a 5 Stelle…
Per essere esatti, la pubblica amministrazione non è ancora in grado di difendere il territorio dai disastri naturali consueti, quelli che si ripetono periodicamente da secoli, ovvero di mettere in campo misure per attenuare gli effetti del normale maltempo autunnale, dalle nevicate invernali, della siccità estiva. Per non parlare dei terremoti, che si ripetono con certezza e senza preavviso, con effetti drammatici in un paese antico che, accanto alle recenti concentrazioni urbane, conserva e abita i centri storici .In molti casi, la gestione della cosa pubblica aggrava gli effetti dei disastri naturali invece di attenuarli. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: i torrenti tombati nelle città costiere, le costruzioni legali e abusive accanto agli argini o nelle aree golenali, la mancata pulizia e manutenzione del reticolo irriguo, l’assenza di piani valanghe in montagna, l’abbandono dei boschi e la rinuncia ai tagli delle piante malate o pericolanti, le omesse misure antisismiche nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni… In questo 2017, non ci siamo fatti mancare nulla, nemmeno il dibattito sulle caditoie e i tombini della Capitale che si è rivelato un vero boomerang per il governo a 5 Stelle…