COVID-19 e la Scuola. La disponibilità della FIDAF
COVID-19 ha colpito anche un settore importante, determinante per il futuro delle nuove generazioni: la Scuola.
La obiettiva difficoltà di tutelare sia la salute e la vita di milioni di studenti, sia la loro crescita culturale, ha imposto la temporanea chiusura di tutte le scuole e causato sconquassi per gli esami.
La situazione richiede una sollecita, concreta riorganizzazione dell’intero sistema scolastico, soprattutto per fare chiarezza sui programmi, cambiati ad ogni sostituzione di ministro, onde raccordarli adeguatamente alla realtà.
Negli ultimi decenni si sono susseguite reboanti dichiarazioni finalizzate a evidenziare la necessità di introdurre i principi di una Scuola capace di offrire ai giovani una preparazione più correlata alle opportunità che le aziende propongono.
L’ex ministro Fioramonti, prima di rassegnare le dimissioni, evidenziò che gli studenti del nostro tempo non sono diversi da quelli delle passate generazioni. È la qualità della Scuola che, a suo avviso, è cambiata e ciò costituirà sempre più un problema.
Il Paese paga le conseguenze del crescente disinteresse per tale situazione, che si sostanzia in carenza di strutture, nella loro inadeguatezza e, ancor più, in docenti spesso demotivati.
L’Università, in particolare, ha continuato a sfornare soprattutto modesti “cercatori di posti”, privi di adeguata conoscenza del mondo del lavoro nel quale essi – spaesati e insicuri – cercano di inserirsi, anziché formare giovani portatori di competenze specifiche, capaci di offrire prestazioni qualificate e di contrattare le condizioni di impiego.
Le lauree triennali, facilmente conseguibili, non producono adeguata preparazione e non aiutano a trovare lavoro.
Le tesi di laurea sono spesso assegnate con riferimento a questioni e temi astratti, disancorati dalla realtà – economica e organizzativa – delle imprese pubbliche e private; e ancor meno raccordate alle professioni alle quali i neo-laureati aspirano ad accedere.
Capita raramente, infatti, di vedere studenti universitari frequentare aziende, uffici, studi professionali per “documentarsi” e per redigere utili tesi di laurea.
Ciò avviene soprattutto se il docente è ancorato al mondo del lavoro e conosce, in concreto, le opportunità che esso offre e le strade che i giovani debbono percorrere per accedervi e conseguirvi soddisfazioni morali e professionali.
Occorrono docenti che conoscono appieno le specificità occupazionali, nonché le prospettive dei comparti dell’economia nazionale e di quella comunitaria e, ancor più, che hanno rivestito ruoli di dirigenti aziendali, per assegnare tesi di laurea che aiutano i giovani a “conoscere e capire”. Docenti ricchi non solo di preparazione specifica, ma anche di personalità, cultura, carisma, capaci di essere al fianco degli allievi, per favorire la loro crescita, senza la pretesa di eliminare le inevitabili differenze. L’Università, in sintesi, deve recepire le mutevoli esigenze economico-sociali non solo del Paese e fornire risorse umane capaci di promuovere e assecondare processi di sviluppo durevoli, con utilità per i singoli e per la collettività. Ed evitare che troppi giovani – condannati a decidere senza sapere e a scegliere alla cieca – accrescano i problemi di una società sostanzialmente bloccata, soprattutto nel Mezzogiorno.
Giovano tesi che indagano acutamente sul particolare dinamismo, in crescente sviluppo, delle aziende d’avanguardia. Solo così l’Università concorre concretamente ad evidenziare che quanto più il quadro economico è mutevole – sia per fattori interni, sia per decisioni internazionali – tanto più è necessaria un’attività di formazione di coloro che dovranno contribuire a gestirlo.
Superata la tragica crisi, i mercati – di tutti i settori – vivranno una lunga stagione di particolare, inevitabile dinamismo, che impone la revisione dei tradizionali modelli operativi, per la ricerca di iniziative e comportamenti che meglio rispondono alle mutate condizioni economiche, sociali e culturali delle nuove generazioni.
Non mancano, per fortuna, le aziende – soprattutto di media o piccola dimensione – che offrono prospettive favorevoli, per gli autori di tesi di laurea che evidenziano la conoscenza dei prodotti e dei servizi da esse offerte, in sintonia con i cambiamenti in atto in tutti i settori.
Per gettare ponti solidi tra la Scuola e il mondo del lavoro occorrono tesi assegnate da professori portatori di conoscenze ed esperienze vissute personalmente.
La collaborazione che intrattengo con la Federazione Italiana Dottori in Scienze Agrarie e Forestali (FIDAF) mi consente di affermare che i suoi Dirigenti sarebbero disponibili a fornire indicazioni per tesi di laurea relative a questioni di sicura attualità, connotate da concretezza e da utilità sia per i laureandi, sia per gli operatori del settore primario e di quelli ad esso collegati.
La Scuola, in sintesi, deve aiutare gli studenti a diventare cittadini con capacità creativa mediante la crescita culturale e una aggiornata conoscenza della realtà.
COVID-19 ha creato le premesse per revisioni e aggiornamenti sostanziali, non rinviabili.