Controllo biologico delle specie aliene ed invasive in agricoltura
Introduzione
La produzione agricola in Europa deve affrontare diverse sfide tra le quali una limitata disponibilità d’acqua, di azoto in ingresso e di combustibili fossili. Si rende necessario, pertanto, individuare metodi di produzione e nuove tecnologie in grado di aumentare l’efficienza dei sistemi primari, garantendo quantità di cibo, qualità, sicurezza ed eco-sostenibilità. Uno degli aspetti più importanti, anche se spesso sottovalutato in rapporto all’intera filiera agroalimentare, è la gestione delle avversità biologiche delle colture agricole dovute a fitofagi, fitomizi o patogeni con potenzialità invasive già presenti sul territorio o di recente origine aliena. In questo ambito, due principali obiettivi devono essere realizzati allo stesso tempo: ridurre le perdite produttive e tutelare l’agro-ecosistema.
Per soddisfare queste aspettative, a partire dal primo gennaio 2015 tutte le aziende agricole dei Paesi dell’Unione Europea sono vincolate all’applicazione dei principi della Difesa Integrata, come indicato dalla direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (128/09/Ce). A fronte delle restrizioni nell’uso di pesticidi che conseguono all’applicazione di questa direttiva, la messa a punto di efficienti metodi di difesa delle colture assume maggior rilievo rispetto agli ultimi decenni. Questa rinnovata importanza rende necessario un approccio moderno, innovativo, basato oltre che sui principi tradizionali della Lotta Integrata, così come enunciati nell’allegato III della direttiva (128/09/Ce), anche sull’applicazione di tecnologie classiche di eradicazione-soppressione (SIT) implementate da nuove acquisizioni in ambito biotecnologico, informatico-modellistico e del telerilevamento…