L’ultimo suo intervento in coda a un mio commento di un post di ieri di Ilario Bonomii sul confronto internazionale relativamente all’uso del carbone che vedeva l’Italia in posizione più che buona, è stato:
Massimo Manca : “Il problema è che l’Italia è il paese con l’aria più inquinata di tutta l’Europa occidentale. Oltre ad avere dei posticini come Taranto, il Sulcis, Brescia dove l’inquinamento ambientale è al top.”
Fermo restando che la situazione salute in Italia è, checché se ne dica, tra le migliori al mondo (primo quadrante della figura), proviamo a raccogliere dati sull’inquinamento da PM10 (particelle con effetti nocivi). In effetti non stiamo messi bene (secondo quadrante, da Air quality in Europe — 2016 report – European Environment Agency Map 4.1, pg. 28 pdf da scaricare). Ma passiamo dalle figure ai numeri (terzo quadrante, stessa fonte fig. 4.1 pg. 29 ) per vedere quanto stiamo messi male. Certo è necessario migliorare, ma siamo relativamente vicini alla meta.
Due elementi ulteriori: a. il trend di inquinamento da PM10 in Italia indica un sistematico miglioramento: dal 1995 al 2014 la riduzione è stata del 40 %, (quarto quadrante da Rapporto ISPRA R 203 2014 Fig. 3.1.1), ma si deve riconoscere che il miglioramento è rallentato negli ultimi anni; b. le normative europee diventeranno dall’anno prossimo più restrittive (motivo in più per aumentare l’impegno a migòiorare).
La mia affermazione di fondo “possiamo farcela, se ci diamo da fare” mi sembra sia ancora difendibile. E soprattutto non rappresentiamoci peggio di quel che siamo, se vogliamo vederci riconosciuto il ruolo che ci spetta.