Continua a diffondersi la dannosa ruggine del grano: trovate nuove varietà in Europa, in Africa, e in Asia Centrale
Particolarmente colpita dai nuovi ceppi l’area Mediterranea
Roma, 3 febbraio 2017 – La ruggine del grano, una famiglia di malattie fungine che può causare fino a l 100% della perdita di raccolti di grano se le colture non sono trattate, continua ad avanzare in Europa, in Africa e in Asia, secondo due nuovi studi scientifici fatti in collaborazione con la FAO.
I rapporti, evidenziati nella rivista Nature dopo essere stati pubblicati oggi dalla Aarhus University e dal Centro internazionale per il miglioramento del grano (International Maize and Wheat Improvement) (CIMMYT), mostrano l’emergere nel 2016, in varie regioni del mondo, di nuove varietà sia di ruggine gialla che di ruggine dello stelo.
Contemporaneamente, gli studi confermano la diffusione in nuovi paesi di ceppi di ruggine già esistenti e ben noti, e sottolineano la necessità di una diagnosi e di un’azione precoce per limitare danni maggiori alla produzione di grano, in particolare nei paesi del bacino del Mediterraneo.
Il grano è fonte di cibo e sussistenza per oltre un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo. L’ Africa settentrionale e orientale, in Vicino Oriente e l’ Asia occidentale, centrale e meridionale – tutte zone minacciate dalla ruggine – rappresentano circa il 37 per cento della produzione di grano mondiale.
“Queste nuove, aggressive, varietà di ruggine sono emerse mentre stiamo lavorando con partner internazionali per aiutare i paesi a combattere quelle esistenti. Dobbiamo quindi essere rapidi e accurati nel modo in cui le affrontiamo”, ha dichiarato il Patologo delle piante della FAO, Fazil Dusunceli”. “Adesso è più importante che mai che specialisti delle istituzioni internazionali e dei paesi che producono grano lavorino assieme per fermare queste malattie – lavoro che implica sorveglianza continua, la condivisione dei dati e la costruzione di piani d’emergenza per proteggere i propri agricoltori e quelli dei paesi vicini”.
La ruggine del grano si diffonde rapidamente su grandi distanze trasportata dal vento. Se non individuata e curata in tempo, può trasformare una coltivazione florida, anche a solo poche settimane dal raccolto, in un groviglio di foglie gialle, steli neri e chicchi striminziti.
I fungicidi possono contribuire a limitare i danni, ma la diagnosi precoce e un intervento rapido sono cruciali, insieme a strategie di gestione integrate nel lungo periodo.
I Paesi del Mediterraneo i più colpiti
In Sicilia, nel 2016, una nuova specie di ruggine dello stelo chiamata TTTTF – ha colpito diverse migliaia di ettari di grano duro, provocando la più grande epidemia di ruggine dello stelo che l’Europa abbia visto da decenni. L’esperienza con ceppi simili suggerisce che anche altre varietà di grano possono essere sensibili ai nuovi ceppi patogeni.
TTTTF è la varietà di ruggine dello stelo più recentemente identificata. Senza un adeguato controllo, i ricercatori avvertono che potrebbe presto diffondersi su grandi distanze lungo il bacino del Mediterraneo e la costa adriatica.
Diversi paesi in Africa, in Asia centrale e in Europa, stanno combattendo nuovi ceppi di ruggine gialla mai riscontrati prima nei propri campi.
L’Italia, il Marocco e quattro paesi scandinavi hanno visto la nascita di una varietà completamente nuova di ruggine gialla, a cui deve ancora essere dato un nome. Questo nuovo ceppo si è in particolare diffuso in Marocco e Sicilia, dove la ruggine gialla fino a poco tempo era considerata irrilevante. Analisi preliminari suggeriscono che questa nuova insorgenza è legata a una famiglia di ceppi aggressivi e più adattabili ad alte temperature rispetto a molti altri.
Coltivatori di grano in Etiopia e in Uzbekistan, hanno dovuto fare i conti con focolai di ruggine gialla AF2012, un’altra varietà comparsa in entrambi i paesi nel 2016, che ha colpito duramente la produzione di grano, in particolare in Etiopia. L’ AF2012 era stata precedentemente riscontrata solo in Afghanistan, prima di apparire nei paesi del Corno d’Africa, dove ha distrutto decine di migliaia di ettari di grano…