Consultazione UE per la revisione delle Indicazioni Geografiche: ecco la posizione dei Georgofili

Consultazione UE per la revisione delle Indicazioni Geografiche: ecco la posizione dei Georgofili

Dal 15 gennaio fino al 9 aprile 2021 è aperta la consultazione pubblica per una “Revisione dei sistemi delle Indicazioni Geografiche (IG) dell’UE per i prodotti agricoli e alimentari e le bevande”.
Con i suoi regimi di qualità – indicazione geografica (IG), denominazioni di origine protette (DOP) , Indicazione Geografica Protetta (IGP) e Specialità Tradizionali Garantite (STG) – l’Unione europea tutela quasi 3.400 nomi di prodotti specifici, tra prodotti agricoli e alimentari, prodotti della pesca e dell’acquacoltura e vini. L’obiettivo della consultazione – spiega la Commissione – è raccogliere opinioni sulle principali sfide individuate che dovrebbero essere affrontate durante questa revisione pianificata.
Già nel novembre 2020 il presidente dell’Accademia  dei Georgofili, Massimo Vincenzini, a seguito di un input giunto dall’Accademico Michele Pasca-Raymondo, Presidente della Sezione Internazionale di Bruxelles e relativo alla apertura di una consultazione pubblica da parte della UE sull’argomento IG, aveva incaricato il Comitato consultivo dei Georgofili sulle Tecnologie Alimentari di predisporre un documento che riflettesse la posizione della Accademia sul processo di revisione in corso presso la UE sulle IG.
Ciò al fine di trasmetterlo in via ufficiale sia alla Commissione Europea che al MIPAAF, quali Organi competenti nelle future decisioni finali, in materia.
Il Comitato consultivo di Tecnologie Alimentari ha di conseguenza subito iniziato la discussione sull’argomento ed in successive numerose riunioni telematiche, con il costante e fattivo apporto da parte di tutti membri,  ha elaborato il seguente documento che sostanzialmente riflette la posizione dell’Accademia, unitamente ad alcuni importanti suggerimenti e indicazioni che, a parere  del Comitato, appaiono di primaria importanza per il nostro Paese e per la UE.

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Posizione dell’Accademia dei Georgofili sull’iniziativa di revisione dei regolamenti sulle indicazioni geografiche per i prodotti agro-alimentari, vini e bevande alcoliche.

L’Accademia dei Georgofili sostiene l’iniziativa di revisione e miglioramento dei regolamenti sulle indicazioni geografiche (IG) e specialità tradizionale garantite (STG) che prevede, fra l’altro, l’armonizzazione e semplificazione attraverso la creazione di un unica base giuridica per tutti i prodotti agro-alimentari dell’Unione Europea.

1. In questo quadro si ritiene necessario ribadire e rinforzare il principio che i  produttori agricoli debbano ricevere un equa remunerazione per il ruolo e l’attività svolta all’interno dei sistemi agro-alimentari di qualità.  La promozione di filiere agricole di qualità, anche in termini ambientali e sociali, deve contribuire allo sviluppo sostenibile delle aree rurali e alla promozione e tutela delle indicazioni geografiche intese come beni collettivi.  E’ inoltre opportuno rendere sempre esplicito il contributo allo sviluppo sostenibile all’interno dei disciplinari affinché i produttori possano beneficiare dei sussidi agro-ambientali e per il benessere animale.  

2. All’interno di queste filiere di qualità va rinforzato il legame, oggi parzialmente esistente fra le misure di sviluppo rurale per i produttori agricoli e le loro organizzazioni, prevedendo un regime che non solamente supporti la creazione e la registrazione delle denominazioni, ma che renda anche possibile la gestione delle produzioni agricole da parte dei produttori alla base delle stesse.
A questo scopo sarebbe opportuno creare, con la nuova regolamentazione specifica, una priorità orizzontale per i prodotti di qualità, all’interno dello Sviluppo Rurale, al fine di poter beneficiare, non solo delle attuali misure 3.1 e 3.2 del reg.1305/13, ma di un insieme coerente e articolato di misure, che esistono all’interno di questa politica in maniera separata e con tetti di spesa insufficienti. Fra queste misure, tendenti al miglioramento del sistema produttivo  con la qualificazione e tutela del territorio figurano, in maniera non esaustiva: formazione , servizi di consulenza tecnica e socio-economica , aiuti agli investimenti , aiuti di start-up  e per l’incremento della base produttiva, cooperazione e trasferimento dell’innovazione, creazione di organizzazioni di produttori e loro consorzi , aiuti per specifiche misure agro-ambientali, misure per la promozione e la protezione delle denominazioni geografiche, supporto al miglioramento del benessere animale  e per valorizzare il patrimonio culturale e naturale legato ai prodotti di qualità.

3. La nuova regolamentazione dovrebbe prevedere  un adeguato incremento del ruolo  e dei poteri dei consorzi alla base delle denominazioni, con il supporto degli enti di certificazione e controllo, nella difesa e nella promozione delle  produzioni di qualità  prevedendo un meccanismo rapido e diretto di azione, in caso di usurpazione o evocazione abusiva delle denominazioni, in particolare oggi dopo l’incremento osservato delle vendite attraverso  i canali telematici e il moltiplicarsi di casi utilizzo scorretto  dei marchi distintivi (loghi) di qualità in questo  ambito.
Questa situazione amplifica anche le difficoltà incontrate sinora, in termini di tempi e costi, nella protezione delle produzioni di qualità nei casi trans-nazionali all’interno della U.E.  Si ravvisa pertanto la necessità di procedure europee facilitate e velocizzate per combattere frodi e abusi a danno di prodotti IG e STG.

4. Occorre rinforzare la promozione nei confronti dei consumatori dei prodotti di qualità a livello europeo e internazionale, ciò è necessario in particolare per quelle denominazioni che non hanno ancora una sufficiente diffusione sia a livello di notorietà che a livello dei volumi e risultati economici (quelle che vengono comunemente definite piccole e medie denominazioni).Infatti una più ampia informazione, disponibilità e scelta di prodotti di qualità avvantaggia sicuramente decisioni di consumo consapevoli da parte dei consumatori finali. A questo scopo si auspica l’attivazione, sin da ora, di una campagna europea di informazione e comunicazione per la valorizzazione e promozione dei prodotti IG e dei loro marchi distintivi.

5. Si auspica una semplificazione del sistema di registrazione delle denominazioni e delle successive modifiche dei disciplinari. Questa dovrebbe avvenire attraverso una procedura nazionale armonizzata e informatizzata, unica a livello europeo e su un’unica piattaforma, che dovrà poi essere verificata e validata senza duplicazioni, dalla Commissione Europea. Per assicurare una sufficiente specificità dei prodotti deve essere assicurata una caratterizzazione accurata delle produzioni di qualità attraverso una definizione rafforzata nei vari disciplinari delle proprietà chimico-fisiche, sensoriali e di presentazione che sarebbe estremamente utile anche in termini di tutela dei prodotti IG e STG.
La procedura di modifica dei disciplinari può essere semplificata, specialmente in caso di adattamento alle innovazioni tecnologiche. di mercato e di ordine amministrativo e burocratico, permettendo altresì la creazione di sub-categorie per prodotti con  specifici requisiti  territoriali, qualitativi o di processo.

6. Le filiere di qualità collegate alle denominazioni geografiche sono spesso gestite da consorzi comprendenti nella maggior parte dei casi produttori agricoli e trasformatori. Questi soggetti hanno anche, oggi per alcuni comparti ma per la maggior parte nel nuovo quadro normativo 2021-2027, la possibilità di regolare l’offerta dei prodotti della filiera a seconda delle condizioni di mercato. In questo caso i produttori agricoli dovrebbero essere assicurati, attraverso una specifica disposizione nei disciplinari dei prodotti di qualità e negli statuti degli organismi promotori, di una corretta remunerazione, basata su un’ equa distribuzione del valore aggiunto lungo la catena del valore, anche in caso di eventuali crisi di mercato, ovviando a un possibile squilibrio nei rapporti di forza fra le diverse componenti della filiera di qualità.

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Redazione Fidaf

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