Considerazioni sul Convegno “Borghi ed aree interne: prospettive innovative per luoghi identitari” – Roma, 13 ottobre 2023

Considerazioni sul Convegno “Borghi ed aree interne: prospettive innovative per luoghi identitari” – Roma, 13 ottobre 2023

“Vorrei sottoporre agli esperti intervenuti nel convegno di Cerealia, alcune considerazioni: 1) come sia particolarmente difficile in Italia fare sistema per riuscire in una qualsiasi impresa, sia essa attività produttiva che di altro genere, -ci vogliono talvolta varie generazioni-, 2) il fatto che un prodotto tipico alimentare di un territorio si trasformi in un prodotto territoriale con la consapevolezza tra gli abitanti di quell’area che quel prodotto fa parte del “proprio patrimonio culturale.”. Cito come esempio le specialità a base di carne d’oca ed il mondo del salame d’oca di Mortara IGP, questa particolare produzione della salumeria lomellina in provincia di Pavia ha infatti consentito -fin dagli anni ‘80 del secolo scorso – tanti contatti anche impensabili, grazie all’azione dell’Insor il cui presidente di allora, il prof. Corrado BARBERIS, che volle mettere in luce , con uno studio organico sul settore, l’intera filiera: dall’allevamento dell’oca, dall’allevamento alla macellazione, fino alla commercializzazione del salume; fu quello il primo studio in assoluto pubblicato nel 1984 in GASTRONOMIA E SOCIETÀ’, che compie oggi 40 anni! e che diede anche l’ incentivo all’Istat di identificare la voce statistica “oche vive “ isolata dagli “animali da bassa corte”, dove l’oca era ricompresa.

Così l’interesse di una personalità estera (ambasciatrice britannica a Roma) Lady Alexandra Richardson che, in assoluto anonimato, aveva visitato Mortara e gustato i prodotti a base di carne d’oca -probabilmente dopo avere avuto notizia dal Foreign Office di una cena esclusiva in un Circolo di Londra legato alla casa reale inglese nel 1997-: il salame d’oca quella volta era arrivato a Londra in regime di valigia diplomatica, trattandosi di un prodotto estero della salumeria italiana non ammesso alla libera importazione nel Regno Unito, se non soggetto a verifiche sanitarie, – ma in quell’occasione mancavano i tempi tecnici, e poi il pranzo a Villa Wolkonsky residenza ufficiale dell’Ambasciatore Britannico a Roma nel marzo 1998 e poi ancora nello stesso anno la visita ufficiale a Mortara dell’Ambasciatore Sir Tomasz Richardson, l’Ambasciatrice ed una giornalista americana di origini israelitiche. Sicuramente la Lomellina, con Vigevano e Mortara, con il Monferrato e Casale – dove ancora oggi sono evidenti le reminiscenze della comunità di religione ebraica- sono centri abitati da secoli e proiettati verso orizzonti lontani di religione musulmana, ebraica per le quali l’oca è idonea, kasher ed halal. E la dimensione turistica-gastronomica si è rafforzata proprio dal riconoscimento europeo del salame d’oca di Mortara quale prodotto IGP nel giugno 2004, ed un costante flusso di turisti buongustai, con la vocazione per il cibo di alta qualità, continua e si è rafforzato con un incoming turistico dai paesi arabi con la partecipazione all’Expo di Dubai, ed anche collegato al mondo finanziario inglese e quello dei grandi studi legali britannici che, probabilmente connessi alle comunità ebraiche a livello mondiale, sono estimatori di questi prodotti a base d’oca, e sono soliti raggiungere i ristoranti specializzati in queste specialità gastronomiche.

 

Riguardo all’agriturismo, di alberghi diffusi e lo sviluppo rurale si parlava già dal 1981 quando a Pescara si svolse il primo convegno nazionale promosso dai sociologi rurali, in primis il Prof. BARBERIS, ed il mondo agricolo, discutendo in particolare fra l’altro sull’utilità per un’azienda agricola di ampliare parte del proprio lavoro aziendale con l’accoglienza turistica, o eventualmente di tentare questa strada solo per superare una momentanea crisi finanziaria. In quell’occasione era emersa la necessità di “fare sistema “ tra il mondo agricolo degli allevatori, generalmente agricoltori, l’industria della trasformazione alimentare (salumieri) e la commercializzazione della produzione sia sul mercato interno che all’estero. Il comparto agroalimentare nella provincia di Pavia è molto variegato, e forse poco conosciuto ancora nei mercati esteri , nonostante i grandi sforzi delle associazioni di categoria, gli enti locali, e della locale Cciaa : dal salame di Varzi ai prodotti dolciari, quello della torrefazione del caffè e la produzione di macchine da caffè che erano prodotte in gran numero in provincia di PV fino al secolo scorso, sono frutto di scelte economiche che hanno decretato in passato lo sviluppo del territorio, ma nei decenni successivi le nostre campagne si sono spopolate e le famiglie sono emigrate verso la città dove potevano trovare più servizi adeguati alle loro esigenze primarie, ma ora – con l’inizio del XXI’ secolo – si può ipotizzare un ritorno dalle città alle campagne e piccoli borghi, poiché in grado di comunicare e di lavorare “da remoto”, con il lavoro agile e tecnologie più efficienti, restituendo più tempo per se stessi e la famiglia, ma senza i rischi di nevrosi da lavoro in surplus e senso dell’isolamento. E la sfida sarà quella di tenere vive le relazioni sociali senza svuotare i luoghi di lavoro di ogni significato, anzi imparare a lavorare meglio, con passione, serietà e responsabilità-ambizione, sono valori che devono coesistere, altrimenti il lavoro diventa contrapposizione di interessi, diritti e doveri che rallentano il raggiungimento di obiettivi del bene comune. Ma per supportare questi cambiamenti-che potremmo definire epocali- ed anche il turismo in queste campagne e dei piccoli centri cittadini, ci vogliono infrastrutture efficienti, tecnologie digitali ed elettroniche efficaci, oltre a quelle del trasporto pubblico -ferrovie, bus-strade, inoltre scuole, ospedali, ecc, così come di infrastrutture agricole: l’illuminazione agricola, le opere di bonifica di miglioramento fondiario e di irrigazione, ecc. l’alta velocità introdotta dalle Fs in base alla quale in tre ore da Roma si è a Milano, si scontra poi con una serie di cambi di mezzi di trasporto e di stazioni per cui i 50 km per raggiungere ad esempio Mortara si percorrono in circa due ore e mezzo nella migliore delle ipotesi!

Quindi il prolungare la permanenza dei turisti italiani ed esteri sul territorio, promuovere la scoperta di luoghi meno conosciuti attraverso un modello di sviluppo del turismo diffuso sostenibile, supportato da infrastrutture adeguate, potrebbe portare nuovi ed importanti sviluppi economico-sociali. I viaggiatori, oggi, -come si è ripetuto nel Convegno-scelgono destinazioni che permettano di vivere esperienze uniche, personalizzate e irripetibili. Investire sulla qualità del viaggio da offrire significa vincere la sfida del rilancio del settore, il turista ritorna dove si è trovato bene!”

 

 

Redazione Fidaf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *