Con la testa tra le nuvole e i piedi per terra
Questa frase suona così simile al detto: “contadino scarpe grosse e cervello fino”
Scarpe grosse per stare ben piantato per terra evidenziando le caratteristiche peculiari e il ruolo dell’agricoltore: la concretezza, la ponderatezza, la solidità e la responsabilità, rispetto agli altri uomini, di produrre le materie prime necessarie ad alimentare il pianeta.
Cervello fino perché, nonostante la sua origine ancestralmente rustica, è stato da sempre in grado di cogliere il nuovo e di trasformare le sue necessità in opportunità, affrontando le difficoltà che un mondo, così competitivo e spesso confuso, genera.
Il mondo è diventato più veloce, più tecnologico, con maggiori insidie e, in generale, meno tutele e all’agricoltore non sono più concessi errori (i pochi aiuti non compensano scelte strategiche errate!) e le assurde speculazioni sui prodotti alimentari che i governi succubi della finanza non compensano più, creano gravi rischi per l’agricoltura e in particolare per la nostra, che ci pare non essere abbastanza tutelata.
Oggi è più difficile fare l’agricoltore e la tentazione di “tirare i remi in barca” e adottare tutte le scorciatoie possibili, solamente per ridurre i costi, diventa sempre più forte. Purtroppo assistiamo a questo atteggiamento in molti altri settori dell’economia e fatichiamo a comprendere come la genialità e la creatività italiana siano spesso messe in secondo piano da un sistema che vorrebbe fare tornare i conti nell’immediato.
Non abbiamo, se non in pochi casi, una visione prospettica (la testa fra le nuvole) e allora?
L’agricoltura è un settore portante per il nostro Paese, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale (pensiamo all’eccellenza del nostro agroalimentare).
E’ così che il cervello fino, ma anche la testa tra le nuvole diventano fondamentali per immaginare un modo nuovo di essere agricoltori in Italia.
Agricoltori in grado di scegliere la migliore genetica disponibile, contribuendo al suo finanziamento, con la consapevolezza che da questo dipende il proprio futuro; un uso appropriato dei mezzi tecnici per esaltare al massimo le caratteristiche genetiche, sia produttive che qualitative delle varietà scelte; un’attenzione mirata non solo al risparmio, ma all’ottimizzazione del rapporto costi-benefici; un’offerta programmata, organizzata e rispondente alle esigenze di un mercato che evolve rapidamente; una maggiore attenzione al rapporto qualità offerta e prezzi ottenibili, preferendo filiere corte e controllate; rapporti più stretti con i consumatori.
Noi che siamo nati e cresciuti a contatto con la terra e abbiamo messo a disposizione il nostro intelletto al servizio dell’agricoltura, ci crediamo e dobbiamo essere in ogni occasione quel “contagio positivo di idee” per gli attori di questo modo nuovo di fare agricoltura: gli agricoltori!