Comunicato Stampa_ Dissesto idrogeologico, problemi e prospettive
Si organizza il Servizio nazionale della protezione civile che si occupa notoriamente di prevenzione, gestione e superamento di disastri, calamità, umane e naturali, di situazioni di emergenza e che può avvalersi anche della collaborazione di soggetti operanti nell’ambito del Servizio civile nazionale. E molto opportunamente si colloca alla dipendenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In contemporanea si sopprime il CFS che ha rappresentato per due secoli l’organizzazione dello Stato per la prevenzione e la difesa delle sistemazioni idrauliche in montagna Giordano_La difesa del suolo oggi
Il dissesto idrogeologico si previene – ed è noto – innanzitutto mediante la salvaguardia dei boschi e della montagna ed evitando una eccessiva interpretazione settoriale dell’uso del territorio.
Accettare l’emergenza come filosofia quotidiana alla base degli interventi pubblici in seguito alle frane e alle alluvioni non fa altro che differire situazioni destinate a diventare sempre più gravi.
La pluralità delle strutture dello Stato e delle Regioni responsabili dell’uso del territorio richiede da un lato il potenziamento – anziché la soppressione – del CFS e, dall’altro, la partecipazione del mondo scientifico e delle categorie professionali tecniche tutte (Ingegneri, Geologi, Agronomi-Forestali, Architetti) alla formulazione di una politica di medio e lungo termine, in grado di affrontare e gestire i grandi temi dell’ambiente e del territorio.
A tali conclusioni sono giunti il 19 febbraio scorso i numerosi partecipanti al “Venerdì Culturale” della FIDAF sul dissesto idrogeologico, dopo le relazioni dell’Ing. Giorgio Cesari, segretario generale dell’Autorità di Bacino del Tevere, del Geologo Giuseppe Gisotti e del Forestale Ervedo Giordano, dopo numerosi e qualificati interventi e – in particolare – quelli dell’Ing. Francesco Galluccio e del Geologo Guglielmo Emanuele, Coordinatore della Commissione tecnica di CONFPROFESSIONI.
Si è ritenuto opportuno, pertanto, richiedere al Governo e al Parlamento una attenta riflessione sul riordino dell’Amministrazione pubblica, onde definire percorsi che non siano soltanto limitati alla soluzione di problemi contingenti, ma che tengano conto della evoluzione del territorio e dei rapporti con la Comunità Europea. (Luigi Rossi Presidente FIDAF, aderente Confprofessioni)