Combinare la produzione agricola e quella energetica: la sfida dell’agrivoltaico
Questo articolo fa parte dello Special Report Agricoltura sostenibile in Italia: sfide e soluzioni per il futuro.
Mettere assieme in un connubio virtuoso la produzione agricola e quella di energia rinnovabile, senza che l’una tolga spazio all’altra come è successo nel recente passato. È questa l’idea alla base dei sistemi agrivoltaici, una tecnologia ‘4.0’ applicata all’agricoltura: pannelli fotovoltaici avvitati nel terreno (e non fissati con sostegni di cemento), distanziati e rialzati rispetto al suolo per permettere il passaggio dei macchinari agricoli o il pascolo degli animali, controllati a distanza per regolarne l’inclinazione in base alle esigenze delle piante coltivate sotto di loro.
Una tecnologia valorizzata anche dal Piano nazionale di ripresa, che prevede uno stanziamento di 1,1 miliardi di euro per installare una capacità di 1,04 GigaWatt in modo da creare “sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia che non compromettano l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura” e monitorare la loro efficacia “con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante, al fine di valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture”.
Per chiarire alcuni aspetti di questa integrazione tra agricoltura e produzione energetica, Euractiv Italia ha intervistato il dottor Roberto Accossu, presidente regionale dell’ADAF (Associazione dottori in agraria e forestali e della Sardegna) e vicepresidente nazionale della FIDAF (Federazione italiana Dottori in scienze agrarie e forestali).
Cosa si intende per agricoltura agrivoltaica?
“La sempre crescente richiesta di terreni agricoli per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra sta inducendo tutto il mondo agricolo, le organizzazioni professionali, le associazioni a tutela del paesaggio, a una profonda riflessione sul consumo del suolo destinato alla produzione di energie rinnovabili. Questi impianti, infatti, oltre ad avere un forte impatto sul territorio, una volta installati non consentono più alcuna coltivazione, con conseguente diminuzione della produzione agricola. Negli ultimi anni, però, si stanno affasciando nuove tecnologie in cui la produzione di energia rinnovabile non si pone più in contrasto con le produzioni agricole, ma si coniuga e coesiste con esse: sono i sistemi agrivoltaici”.
Questi sistemi come si adattano alla morfologia del territorio?
“Gli impianti fotovoltaici a terra determinano, oltre al consumo di suolo, una profonda modifica del paesaggio in cui sono realizzati, mutandone profondamente la percezione visiva. Occorre infatti ricordare che la loro realizzazione è finalizzata alla produzione della maggior quantità di energia al minimo costo. In pratica, il paesaggio agrario su cui insistono gli impianti fotovoltaici subisce delle sostanziali modifiche percettive che possono comprometterne gli aspetti culturali, sociali e storici. Viceversa, i sistemi agrivoltaici hanno una trama spaziale molto più ampia, e quindi il loro impatto sul paesaggio agrario è nettamente inferiore, perché consentono sia la coltivazione delle diverse colture all’interno del sistema, sia lo sviluppo sostenibile del territorio. In pratica, avendo una maggiore flessibilità ed adattabilità, i sistemi agrivoltaici possono integrarsi maggiormente nei paesaggi in cui sono inseriti.
Quali sono le potenziali applicazioni di questa tecnologia?
“La produzione di energia rinnovabile mediante l’uso dei sistemi agrivoltaici, che coesistono con la coltivazione delle principali colture agrarie, erbacee e arboree, impone una sostanziale modifica delle attuali tecniche di coltivazione, spingendole verso sistemi sempre più tecnologici e digitalizzati: la cosiddetta ‘agricoltura 4.0’. Migliore distribuzione dei fertilizzanti, controllo dei sistemi d’irrigazione, uso mirato dei diserbanti saranno sempre più integrati con il complesso sistema agrivoltaico che sovrasta le coltivazioni. Con un utilizzo razionale di questi impianti, quindi, le aziende agricole potranno sostenere i crescenti costi energetici e, contestualmente, ricavare un incremento di reddito”.
Come si integra l’agrivoltaico all’interno delle strategie europee?
“La crescente sensibilità ambientale dell’opinione pubblica europea e la sempre maggiore consapevolezza che la conservazione dell’ambiente e della biodiversità può portare benefici economici diretti all’economia sono alla base del Green Deal europeo. In questo contesto la produzione di energia rinnovabile mediante l’utilizzo dei sistemi agrivoltaici è un tassello di un mosaico complesso, in cui una produzione agricola sempre più sostenibile, caratterizzata da basse emissioni di anidride carbonica deve coesistere con quella di energie rinnovabili a impatto climatico zero”.