Cinque anni per le scienze agrarie

Al VI World congress of agronomists, recentemente celebrato a Milano Expo 2015, abbiamo partecipato alla sessione di lavoro Cultura progettuale e responsabilità sociale e al tavolo destinato a occuparsi del rapporto tra Università e professione.
Le premesse sono note a tutti: l’Università, intesa come istituzione destinata a formare l’élite dirigente della nazione, è da tutti – in tutti i paesi rappresentati al Congresso – percepita come slegata dal mondo della professione così come anche la ricerca – scopo non meno importante dell’Università – è ritenuta molto distante dalla realtà e dalle esigenze della società.
Non vogliamo entrare in questa che sembra una polemica, ormai piuttosto datata e sterile, ma ci permettiamo di discutere dei percorsi formativi così come ci vengono raccontati dai giovani laureati – a volte un po’ delusi – e dai professionisti che meritoriamente li avviano all’attività lavorativa nei propri studi professionali.
Di questi percorsi si è particolarmente discusso avendo in mente l’esperienza italiana post-riforma universitaria (Dm 509/1999) che, dopo più di dieci anni di sperimentazione, suggella l’incapacità dei due livelli di laurea di formare basi sufficienti per l’attività professionale a motivo dell’interpretazione tutta italiana secondo la quale si sarebbero dovuti fornire strumenti professionalizzanti nei 3 anni di laurea senza le basi sufficienti; salvo poi cercare di colmarne le lacune nel biennio magistrale.
Con grande e piacevole sorpresa – per chi come noi aveva avanzato questa proposta nel 2008 o forse anche prima –, è emersa con discreta convinzione l’idea di unificare i cicli di studio delle lauree triennali e magistrali in un ciclo unico – come per le lauree sanitarie, per giurisprudenza e per architettura, per il reciproco riconoscimento dell’architetto europeo. Solo il ciclo unico potrebbe irrobustire le conoscenze nelle discipline di base delle scienze agrarie, che spaziano dalle scienze della vita all’ingegneria, dall’economia alle scienze umane, la cui ampiezza di argomenti è troppo vasta per essere affrontata con il dovuto approfondimento nel solo triennio. Solo in tal modo si potranno fornire le basi sufficienti per affrontare, da un lato, la complessità della professione e la mutevolezza delle esigenze professionali e, dall’altro, fornire le fondamenta sulle quali sviluppare i saperi specialistici…

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Carro Rosso a Castiglioncello, Odoardo Borrani
Carro Rosso a Castiglioncello, Odoardo Borrani

Redazione Fidaf

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