Clones and drones: biotechnology and ICT for tomorrow agriculture
Parliamo con Francesca Cannata di diete sostenibili o “Eco-food”. Perché dovremmo orientarci all’Eco-food?”
Ciò che mangiamo influisce sulla nostra sopravvivenza e soprattutto sulla sopravvivenza del nostro Pianeta; la necessità di parlare di Eco-food deriva dai dati che emergono a livello europeo e nazionale riguardo l’impatto ambientale del settore agroalimentare. Il comparto degli alimenti, bevande, tabacco e narcotici, influisce, a livello Europeo, complessivamente per il 22-31% del GWP (Global Warming Potential).
In Italia sono state calcolate le emissioni di CO2 del settore agroalimentare nazionale e si è stimato un contributo emissivo pro capite annuo di circa 1780 kg CO2: il 18,8 % di quello globale. Sono dati allarmanti se consideriamo che entro il 2050 la popolazione crescerà di 2 miliardi e per far fronte a questa crescita dovremmo raddoppiare la disponibilità di cibo utilizzando più terre e sfruttando ulteriormente l’ambiente. Sarebbe necessario puntare a raddoppiare la disponibilità di cibo, tutelando l’ambiente e le esigenze del consumatore.
La FAO definisce come “sostenibili” quei modelli alimentari che hanno un basso impatto ambientale e contribuiscono alla sicurezza ambientale e a uno stile di vita sano per le generazioni attuali e future. Per arrivare a questa definizione sono stati condotti studi importanti sulla metodologia LCA (Life Cycle Assessement) che valuta gli effetti ambientali di un prodotto, di un processo o di un servizio lungo tutto il proprio ciclo di vita (cradle-to-grave analysis). Gli indicatori dell’impatto ambientale relativi al settore agroalimentare sono: Carbon Footprint, Water Footprint, Ecological Footprint. Considerando questi indicatori emerge che le fasi di produzione agricola e di trasporto sono quelle più dispendiose in termini di Tg di CO2: rispettivamente contribuiscono la prima per il 45,3% e la seconda per il 19,1%. In più, dallo studio dell’LCA di diversi alimenti, viene stimato che la produzione del filetto di manzo è 10 volte maggiore di quella di un ortaggio o di un legume. Il consumatore con le sue scelte alimentari può ridurre il peso che l’agricoltura ha sull’ambiente adottando un modello alimentare sostenibile come ad esempio “la dieta mediterranea” che risulta sostenibile a 360°, per l’ambiente e per la salute del consumatore. Dal punto di vista ambientale e rispetto ai consumi reali della popolazione la DM ha un impatto significativamente minore rispetto a una dieta iperproteica. Dal punto di vista dei costi, seguire un’alimentazione di tipo mediterraneo, comporta, rispetto a una dieta iperproteica, una spesa settimanale e giornaliera pro capite significativamente minore.
Infine bisogna informare il consumatore riguardo l’impatto ambientale dello spreco alimentare. Un consumatore consapevole, conosce. Oltre alle scelte alimentari, il consumatore può contribuire a salvaguardare l’ambiente riducendo gli sprechi alimentari e leggendo bene le etichette che possono riportare delle informazioni utili riguardo l’ambiente (climate labels).
Diete Sostenibili e consapevolezza del consumatore: ECO-FOOD
Francesca Cannata
Biografia di Francesca Cannata
Francesca Cannata, 26 anni, calabrese di Cinquefrondi, un paesino della piana di Gioia Tauro.
Dietista, si laurea nel 2010 e attualmente sta completando la magistrale di Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana al Campus Bio Medico di Roma.
Da 5 anni lavora a Roma presso lo studio Saccomanno e CM Studi Medici e in Calabria presso diversi ambulatori di Polistena, Cinquefrondi, Lamezia Terme e Cosenza. Ha lavorato per due anni per la multinazionale spagnola Natur House a Roma e nel 2011 è diventata titolare del punto vendita Natur House di Rende (CS).
Nel 2014 ha frequentato l’Institute of Social Medicine, Occupational Health and Public Health (ISAP) Medical Faculty University of Leipzig, diretto dalla Prof.ssa Steffi Riedel-Heller MPH, per l’elaborazione della tesi di laurea su “l’approccio del nutrizionista al paziente obeso”. Nel 2012 ha frequentato lo Sports Nutrition Services at Center for Sports Medicine, Università di Pittsburgh Medical Center, diretto dalla nutrizionista Leslie J. Bonci, lavorando con le squadre Pirates, Steelers.
Sportiva, ha giocato per 7 anni a pallavolo in squadre di serie D e C. Ama l’arte, in particolare gli impressionisti. Ama viaggiare, ha visitato moltissimi Paesi. Mamma di un bambino di 3 mesi che ama profondamente, con un marito adorabile e una splendida famiglia.
Le piacerebbe scrivere per giornali che si occupano di alimentazione, condurre un programma sulla nutrizione o sulla salute in generale e diventare un giorno Ministro della Salute.
I cookie consentono una gamma di funzionalità che migliorano la tua fruizione del nostro sito. Utilizzando il sito, l'Utente accetta l'uso dei cookie in conformità con le nostre linee guida. OkLeggi di più