Spunti di riflessione sulla crisi ecologica
Presentazione del libro
La casa comune è casa di tutti
Il dovere e il rischio del dialogo fino in fondo
di Mario Campli – Alfonso Pascale
Ne discuteranno con gli autori Martedì 12 Aprile presso Casa della Cultura Villa De Sanctis – Via Casilina, 665 ore 16,30 -20,00
Emanuele Bernardi, ricercatore in Storia economica presso l’Università degli Studi “La Sapienza”
Maria Immacolata Macioti, coordinatrice de La Critica Sociologica e della sezione Sociologia della religione dell’AIS
Fabio Pistella, fisico, presidente emerito del CNR
Luigi Sandri, giornalista, vaticanista e scrittore.
Introduce e coordina il dibattito Alessandro Mauriello, vice presidente del CeSLAM
“Con questo ebook desideriamo contribuire ad una lettura attenta, ragionata, leale e trasparente della recente enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, esclusivamente intorno a due temi: il primo attiene agli aspetti teologici ed esegetici, dai quali muove l’impegno ecologista dei cristiani, sulle motivazioni di fede e sul riconoscimento delle motivazioni che spingono i non credenti ad affrontare i problemi ambientali; il secondo riguarda alcuni aspetti del pensiero ecologista laico, le sue radici che storicamente stanno nell’evoluzione dell’agricoltura e nel rapporto dei ceti rurali con la scienza e la tecnica, la sua maturazione successiva alla crisi ambientale nella fase di ripensamento dei modelli di sviluppo, la sua articolazione pluralistica, attraverso una rapida ricostruzione dei movimenti ecologisti in Italia e nel mondo.
In particolare, ci soffermiamo criticamente su taluni aspetti che potrebbero rendere problematico il dialogo sui temi ambientali. Uno di questi è, ad esempio, l’impostazione non propriamente laica che emerge nel confronto tra i diversi interlocutori (credenti, non credenti e diversamente credenti) quando si enfatizzano le “convinzioni di fede” come “motivazioni alte” per prendersi cura della casa comune. Un altro aspetto problematico riguarda il rapporto tra tecnologie e società su cui sono maturati nel tempo molteplici approcci culturali che potranno confrontarsi solo acquisendo, come criterio comune e condiviso, quello della razionalità/ragionevolezza.
Un elemento originale del saggio è costituito dalla ricostruzione, sebbene sintetica e necessariamente non approfondita, di un filone culturale del pensiero ambientale ancora non esplorato. Esso si collega alle culture agrarie, agronomiche ed economico-agrarie di antica tradizione e che, negli anni Cinquanta e Sessanta, intendevano accompagnare i processi di modernizzazione per prevenire quei fenomeni negativi con cui si è manifestata la crisi ecologica. Si tratta di culture e gruppi che maggiormente condividono con l’enciclica di Francesco l’ispirazione di fondo: l’individuazione della causa della crisi ecologica nell’erosione del capitale sociale nelle campagne, nella condizione di atomizzazione degli agricoltori non più uniti da legami solidali e comunitari e nella rottura dell’osmosi tra sapere esperienziale e conoscenza tecnico-scientifica.
Il contesto in cui la riflessione si svolge è la conclusione della Conferenza di Parigi sul Clima, considerata il punto di partenza di un nuovo quadro e di un nuovo percorso internazionali. Riteniamo che non solo gli Stati dovranno fare la loro parte, ma che anche le imprese e i cittadini sono chiamati ad assumersi una responsabilità diretta, mediante l’adozione di comportamenti più consapevoli e l’impiego di prodotti e sistemi a più basso consumo specifico di energia. Tale complessità richiede una valorizzazione, alla pari, di tutte le culture e tutte le convinzioni, le fedi e le religioni: la casa è comune, e, dunque, la sua cura deve essere intesa come responsabilità comune di tutti. L’approccio non può che essere quello di assumere fino in fondo la visione globale dei problemi ambientali e coinvolgere l’insieme dei cittadini, per ridefinire continuamente il rapporto tra scienza, tecnologie, economia, territori, società e comunità, animando questo coinvolgimento con una permanente educazione all’interazione dei saperi.
Il saggio vuole, in definitiva, sostenere che un confronto su questioni decisive che riguardano il futuro dell’umanità potrà svilupparsi a condizione che tutti accettino, fino in fondo, l’invito all’ascolto reciproco, confrontandosi, tutti, con il dovere e il rischio del dialogo fino in fondo”.
Gli autori
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