Bene il biologico ma dobbiamo sostenere l’agricoltura convenzionale
Un breve excursus storico sull’importanza dell’ agricoltura è necessario per comprendere i possibili scenari a cui la comunità mondiale sta andando incontro in tema di sicurezza alimentare. Nel 1996 il World Food Summit definì come sicurezza alimentare quella situazione in cui: “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana”.
E’ anche importante sottolineare l’ art.39 della Cee dell’anno 1957 che definì le finalità della Politica Agraria Europea:
• incrementare la produttività dell’ agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola, come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della mano d’opera
• assicurare così un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura
• stabilizzare i mercati
• garantire la sicurezza degli approvvigionamenti
• assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori
Questi enunciati sono molto importanti anche se, ultimamente, sono stati messi in ombra da un certo ambientalismo ideologico; soprattutto il punto che recita “ garantire sicurezza degli approvvigionamenti” che è direttamente correlato con lo sviluppo delle nuove tecnologie agrarie.
Il tema della nostra sicurezza alimentare, accanto a quella energetica, si è imposto alla nostra attenzione a seguito dell’invasione Russa in Ucraina. Oggi la Russia è il primo esportatore mondiale di cereali in grado di condizionare le politiche economiche di molti Paesi del mondo, soprattutto quelli più poveri. I cambiamenti climatici, se nel mondo stanno creando difficoltà ai sistemi agricoli , in vasti territori della Federazione russa hanno contribuito a migliorare la posizione privilegiata sui cereali della Russia. A seguito di questi cambiamenti molte terre dell’area siberiana sono divenute oggi produttive. La Russia è il primo esportatore di cereali al mondo. Se la Russia fosse riuscita ad accaparrarsi i vasti territori agricoli ucraini questa posizione dominante, alla luce del regime dittatoriale che la Russia rappresenta, sarebbe stata pericolosa per tutto il mondo. Russia ed Ucraina esportano il 30% dei cereali consumati nel mondo.
Ma che cosa è l’ agricoltura?
La prima rivoluzione agricola nasce nel periodo neolitico , circa 10.000 anni fa. L’uomo passa da uno stile di vita nomade ,basato sulla pratica della caccia per il suo sostentamento, ad uno stile di vite sedentario proprio della civiltà agricola. E’ proprio in questi primitivi gruppi etnici che si cominciano a sviluppare le prime tecniche agronomiche di allevamento vegetale e animale. Se consideriamo che l’ “uomo sapiens” appare sulla Terra tra i 200.000 e 100.000 anni fa, possiamo dire che la pratica agricola è un attività relativamente attuale. Questa attività mette in evidenza la continua lotta tra l’uomo e l’ambiente “naturale” che lo circonda, un ambiente che si oppone costantemente al suo insediamento. Dove l’uomo abbandona l’agricoltura si fa spazio quell’ambiente naturale rappresentato da boschi, paludi, torbiere etc che certamente ci offrono delle belle immagini da un punto di vista paesaggistico ma per nulla concorrono alla nostra sicurezza alimentare.
L’ agricoltura convenzionale nei secoli è riuscita a progredire grazie:
• al miglioramento genetico , praticato dall’ uomo da oltre 10 milioni di anni, finalizzato a sviluppare piante che meglio si adattassero alle sue esigenze nutrizionali e alle condizioni pedoclimatiche in cui vive. Dobbiamo pensare che taluni piante , ad esempio il mais, sono oggi morfologicamente diverse da come le trovarono nella loro forma primordiale i nostri antenati
• a nuovi sistemi di fertilizzazione sviluppati sulla base delle conoscenze fisiologiche delle piante che coltiviamo
• allo sviluppo di nuovi principi attivi capaci di contrastare l’attività di insetti e parassiti che possono pregiudicare lo sviluppo delle piante e i loro profilo sanitario ( problema delle micotossine causate da funghi che attaccano soprattutto cereali e piante da frutto)
• allo sviluppo di principi attivi che contrastano la crescita delle erbe infestanti che oltre a provocare la diminuzione delle produzioni, pregiudicano la qualità ed il profilo sanitario delle piante che coltiviamo.
Quale tipologia di agricoltura prevede la nuova normativa europea?
Sostanzialmente sono tre:
L’ Agricoltura biologica – L’ Agricoltura convenzionale – L’Agricoltura integrata. Quest’ultima possiamo dire che è un nuovo ramo dell’ agricoltura convenzionale, integrata con nuovi strumenti tecnici, che ci garantiscono una migliore e più efficiente gestione dell’azienda agricola finalizzata anche alla sostenibilità ambientale e alle esigenze del consumatore.
Non parliamo in questa sede di quella che viene definita “ Agricoltura biodinamica” che, se in un primo momento era entrata nella normativa che regola l’agricoltura biologica, oggi è stata estromessa in quanto non ritenuta valida da un punto di vista scientifico.
Leggiamo dunque come l’ Agricoltura biologica questa viene definita dalla Commissione Europea e normata attraverso il Regolamento UE 2018/848 del 30 Maggio 2018.
“L’agricoltura biologica è un metodo agricolo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali. Ciò significa che tende ad avere un impatto ambientale limitato, in quanto incoraggia a:
• usare l’energia e le risorse naturali in modo responsabile
• conservare la biodiversità
• conservare gli equilibri ecologici regionali
• migliorare la fertilità del suolo
• mantenere la qualità delle acque.
Il Parlamento Europeo ed il Consiglio Europeo in data 30 Maggio 2018 ha deliberato quanto segue:
“La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione alimentare basato sull’interazione tra le migliori prassi in materia di ambiente ed azione per il clima, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali e l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e norme rigorose di produzione confacenti alle preferenze di un numero crescente di consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. La produzione biologica esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo, da un lato, a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici da parte dei consumatori e, dall’altro, fornendo al pubblico beni che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.”
Norme di produzione biologica
Produrre con metodi biologici significa rispettare le norme in materia di agricoltura biologica, elaborate in base a principi generali e specifici per promuovere la protezione dell’ambiente, mantenere la biodiversità dell’Europa e rafforzare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici. Questa regolamentazione disciplina tutti i settori della produzione biologica e si basa su una serie di principi fondamentali, quali:
• vietare l’uso di OGM
• vietare l’utilizzo di radiazioni ionizzanti
• limitare l’uso di fertilizzanti artificiali, erbicidi e pesticidi
• vietare l’uso di ormoni e limitare l’uso di antibiotici, da impiegare solo se necessario per la salute degli animali.
Ciò significa che i produttori biologici devono adottare approcci diversi per mantenere la fertilità del suolo e la salute degli animali e delle piante, tra cui:
• rotazione colturale
• favorire la coltivazione di piante fissatrici di azoto e di altre colture di sovescio per ripristinare la fertilità del suolo
• vietare l’uso di fertilizzanti azotati minerali
• ridurre l’impatto delle erbe infestanti e dei parassiti, scegliendo varietà e razze resistenti che incoraggiano il controllo naturale degli organismi nocivi
• incoraggiare le difese immunitarie naturali degli animali
• proteggere la salute degli animali, impedendo il sovraffollamento dei ricoveri zootecnici
Entro il 2030 la normativa europea ha previsto che il 25% della superfice agricola sia convertita in agricoltura biologica. In Italia l’obbiettivo è quello di raggiungere per questa data i 3 milioni di ettari.
Inoltre la Commissione europea, con lo scopo di ridurre di almeno il 50%le perdite di nutrienti che possono inquinare le falde acquifere(fertilizzanti quali azoto- fosforo-potassio), e diminuire l’utilizzazione di agrofarmaci , ha stabilito la riduzione dell’impiego dei fertilizzanti del 20%, e del 50% degli agrofarmaci entro il 2030. Altro importante obbiettivo è quello di aumentare la sostanza organica del terreno che è direttamente correlata con la sua fertilità…