Avolio e l’Europa
Per comprendere l’europeismo di Giuseppe Avolio è utile ripercorrere, sebbene succintamente, la sua biografia e indagare, in particolare, il legame profondo che egli costruì con Lelio Basso fin dagli anni in cui quest’ultimo svolse la funzione di segretario del Partito socialista italiano (Psi). Nato ad Afragola il 10 dicembre 1924, Avolio compì gli studi classici a Napoli. Di famiglia socialista, divenne antifascista nel 1942. Chiamato alle armi nell’agosto del 1943, appena diciottenne, venne catturato dai tedeschi a Torino la sera stessa dell’8 settembre e deportato in Germania, dove rimase per due anni in campo di concentramento. Liberato dagli americani nel 1945, e tornato dalla prigionia, nel gennaio 1946 fu eletto segretario della sezione del Psi di Afragola. Dal 1948 al 1950 diresse l’edizione napoletana dell’Avanti! e l’anno dopo entrò a guidare, insieme al comunista Pietro Grifone, l’Associazione dei contadini del Mezzogiorno, sorta appunto a Napoli nel 1951.
Già in quel periodo Avolio, in linea con Basso, aveva un atteggiamento per nulla succube nei confronti dei comunisti e insieme a lui osteggiava anche l’idea di una fusione dei due partiti della sinistra. Tra i motivi di quella scelta c’era la convinzione che l’Italia fosse inclusa definitivamente nell’area occidentale e che il Partito comunista italiano (Pci) non potesse riuscire a conciliare l’adesione ai 21 punti della Terza Internazionale con la via nazionale al socialismo…