Attenzione a ciò che mangiamo
E’ di alcuni giorni fa (Agrapress 22 marzo)* la notizia che i militari del Nucleo anti-frodi dei carabinieri di Salerno, nell’ambito delle attività finalizzate al contrasto alle frodi nel settore agroalimentare organizzate dal Comando carabinieri politiche agricole e alimentari, hanno sequestrato 85mila confezioni di funghi (48 tonnellate) di presumibile origine asiatica, per un valore complessivo di circa 350.000 euro. Ancora una volta la tracciabilità ed etichettatura di un prodotto, oltre al fiuto investigativo dei nostri carabinieri, salvaguardano la salute del consumatore in Italia. Ma, è bene sottolinearlo, esistono, a tutela della nostra salute, altri “salvagenti”.
Il primo è la sana abitudine di controllare sempre l’etichetta dei prodotti: qualsiasi difformità o stranezza che possiamo notare, dobbiamo riportarla all’autorità sanitaria. Il secondo è l’esistenza di metodi ancora più sofisticati, basati sulle sonde a DNA, che permettono oggi di “autenticare” e “rintracciare” molti prodotti alimentari. Nello specifico caso dei funghi, queste sonde permettono in tempi rapidissimi con analisi di laboratorio, d’identificare il genere e la specie per esempio di un tartufo o di un fungo mangereccio pregiato. Non è la prima volta che i carabinieri del NAS, Nucleo anti-sofisticazioni, insospettiti dai quantitativi ed altre caratteristiche dei funghi, procedono a questo tipo di controllo. Fu così ad esempio che una grossa partita di tartufo che stava per essere immessa sul mercato come “nero pregiato” (Tuber melanosporum), di supposta origine francese, si rivelò essere invece del molto meno pregiato tartufo cinese (Tuber indicum) d’origine himalayana…