Apicoltura: un’ancora di salvezza per le zone agricole marginali (e non solo)

Il mondo delle api ha un’importanza non da tutti conosciuta che, pertanto, viene spesso trascurata, con danno soprattutto per le zone ove l’agricoltura tradizionale diviene sempre più marginale, per la sua impossibilità di utilizzare appieno la tecnologia. E dove l’apicoltura può rappresentare, invece, un importante fattore di recupero e di sviluppo economico e sociale.

Le cause che stanno mettendo a rischio le api sono molte e le conseguenze saranno sempre più pesanti, se non ricorderemo l’insegnamento – meglio: l’ammonimento – del grande Einstein (“Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomini”); e non riserveremo, conseguentemente, migliore attenzione a questo insetto, prezioso per molte nostre attività, per l’economia, per la salute di tutti.

E’ un problema – quello dell’apicoltura – che merita convinto impegno, nonché una adeguata informazione relativa ai rischi; ma soprattutto per spingere le istituzioni e gli organismi responsabili ad attivare iniziative e provvedimenti indispensabili per arginarli.

Per inquadrare meglio la questione conviene descriverne le dimensioni sulla base dei dati offerti dalle Associazioni di settore. Si valuta in un 1.200.000 il numero degli alveari in Italia, curati da 70.000 apicoltori, mentre la produzione di miele è stata – nel recente passato – di circa 100.000 quintali l’anno, pari alla metà del consumo nazionale. Ma per il 2014 la contrazione della produzione è stata del 50 per cento – e forse più – per le ragioni che vedremo.

Il miele è utilizzato per il 40 per cento per il consumo diretto e per il 60 per cento dall’industria agroalimentare, soprattutto per dolci e prodotti da forno.

Quali le cause della rilevante riduzione della produzione? Gli esperti del settore evidenziano due fattori: il primo, contingente, costituito – nel 2014 – dall’anomalo andamento climatico che, con le continue, abbondanti piogge, ha impedito alle api lo svolgimento della loro naturale ricerca del nettare e della impollinazione; il secondo dall’impiego eccessivo, spesso non adeguatamente mirato, di insetticidi nelle coltivazioni agricole, che ha provocato e sempre più provocherà la morìa delle api, con il conseguente spopolamento degli alveari e con l’inevitabile, progressivo calo della produzione di miele.

Per tenere sotto controllo il complesso problema, è stata istituita, anni fa, una rete nazionale di monitoraggio degli alveari, con il compito di verificare, mediante accertamenti diffusi nei vari ambienti apistici, in quale misura l’uso degli insetticidi nocivi influisce sulla morìa delle api.

Esiste una normativa ufficiale sulla immissione in commercio e sulla utilizzazione di tali prodotti, a salvaguardia delle api. L’ultimo aggiornamento è nel decreto legislativo 69/2014, con il quale l’Italia ha dotato di apparato sanzionatorio le regole dell’Unione Europea.

Le conseguenze del calo di produzione del miele si fanno inevitabilmente sentire sui prezzi del prodotto. Ma anche sulle importazioni, soprattutto su quelle in arrivo dalla Cina, con un miele di scarsa qualità, a causa dell’inquinamento, che ha ridimensionato notevolmente la diffusione delle api, al punto che sono nati gli “uomini-ape”, operai che si dedicano alla impollinazione, con operazioni manuali.

Gli apicoltori italiani, tramite le loro associazioni, si attivano per ottenere dalle Istituzioni competenti sia un giusto e dovuto riconoscimento del pericolo di questa progressiva estinzione del mondo delle api, sia l’approvazione delle misure necessarie per arrestarla.

Sono già stati previsti, in alcune regioni, incentivi e contributi per lo sviluppo e la valorizzazione dell’apicoltura, nonché dei suoi prodotti.

Per tornare al punto di partenza – e, quindi, soprattutto alle aree ove l’agricoltura diventerà inevitabilmente sempre più marginale – tali sostegni sono certamente utili, con concreti vantaggi sia per gli interessati, sia per le comunità locali. Proteggere e favorire la crescita degli alveari è una esigenza da affrontare con convinzione, da parte di tutti e di ciascuno.

Apicoltura

Redazione Fidaf

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