AgriCulture ci aiuterà
Agricoltura è una parola ricca di significati e di contenuti, che possono essere analizzati e interpretati sotto diversi profili, tutti di rilevante interesse per vaste aree del nostro Paese.
Il settore agricolo ha accompagnato lo sviluppo dell’uomo ed è stata la sua principale risorsa per il progresso, perché si è riusciti sempre più a farne uno strumento di sopravvivenza e di benessere. La trasformazione delle comunità ha avuto sempre come connotazione fondamentale l’agricoltura, con effetti e conseguenze determinanti.
Sotto il profilo tecnologico essa ha rivelato la sua capacità di adeguarsi, anche se a volte con ritardo, ai progressi e agli strumenti offerti dalla scienza e dalla tecnologia. E questo ha aumentato la sua produttività, con vantaggi enormi non solo per i produttori, ma per tutta l’industria agroalimentare e per i servizi. Quindi per tutta la società.
L’agricoltura – va ricordato – ha costituito fattore fondamentale dello sviluppo economico di tutta l’umanità, favorendo l’innovazione biologica e utilizzando in modo sinergico quella chimica e quella meccanica. Non per caso è stata definita “settore primario”, in dipendenza del suo apporto imprescindibile in ogni forma e sotto ogni aspetto di crescita. Un ruolo fondamentale, per ogni società.
Sotto il profilo sociale ha costituito fattore di sviluppo e di collegamento nell’ambito di comunità locali che andavano progressivamente allargandosi e condensandosi, come dimostrano la storia e lo sviluppo dei Comuni, che sono stati per lungo tempo “rurali” – e molti ancora lo sono – nonostante i sempre più incalzanti processi di urbanizzazione.
Il futuro dell’agricoltura costituisce un aspetto attuale e importante, anche per effetto della ricerca di un benessere e di una ricchezza individuale sempre più soddisfacenti.
Ma sono stati dimenticati alcuni elementi essenziali, di valore universale. Guardando al 2050 si deve considerare la sfida alimentare di 9 miliardi di persone, che vorranno mangiare meglio. L’attuale prosperità di Cina e India determina un aumento della loro domanda di carne, uova e latticini, con un maggior fabbisogno di mais e soia, per i relativi allevamenti.
Come si affronterà il problema, se già oggi la “fame nel mondo” appare di difficile soluzione? L’unica risposta certa è il potenziamento dell’agricoltura, aumentandone la produttività. Restituendo ad essa, cioè, il ruolo di “settore primario”.
Un secondo aspetto non trascurabile è il rapporto con l’ambiente. A dispetto di tante affermazioni non condivisibili, l’agricoltura ha un ruolo molto importante nella sua difesa. La presenza sul territorio di persone e di comunità interessate alla sua tutela ne garantisce la migliore gestione possibile.
Né si può ignorare che l’agricoltura avrà sempre più un ruolo significativo nella creazione di posti di lavoro, che non saranno marginali ma costituiranno un contributo di rilievo per l’incremento sia dell’occupazione, sia dell’economia locale e globale.
In sostanza, si deve comprendere sempre più chiaramente che il “mondo virtuale” non può sostituire quello reale, fondato su elementi concreti e sulle esigenze naturali degli individui e della società. Questo recupero dell’agricoltura deve essere sostenuto da una crescita culturale sempre aggiornata.
E’ doveroso e confortante rilevare che qualcosa si muove in questa direzione. La Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (FIDAF) è impegnata da tempo nel rilancio dell’agricoltura e già nel 1996 il suo Presidente – Luigi ROSSI – scriveva che “E’ necessario e urgente un impegno culturale che recuperi nell’opinione pubblica, nonché nelle Istituzioni politiche, economiche e sociali, anche i valori culturali del mondo agricolo”. E ha favorito. recentemente, il lancio del giornale on line AgriCulture per coinvolgere sempre più i Ministeri competenti – e, in particolare, quelli dell’Agricoltura, della Ricerca, dell’Università, dell’Ambiente – nonché Istituzioni scientifiche, economiche e sociali locali e nazionali, tecnici e imprenditori. Ma anche i cittadini tutti.