Affitto e mobilità fondiaria

Riprendere l’argomento dell’affitto dei fondi rustici può sembrare un sorprendente ritorno ad un’epoca così lontana da essere quasi caduta nel dimenticatoio. Un tema accantonato da un Paese che sempre più vive nel presente, dimentico del passato e incurante del futuro. Le vicende della normativa sugli affitti, insieme a quelle che riguardavano la Riforma, hanno contrassegnato alcuni decenni, fra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni ’80. La Riforma fondiaria si fermò alle due leggi dei primi anni ’50. Quella dei contratti portò alla scomparsa di contratti importanti e ancor oggi rimpianti come la mezzadria ed all’orientamento di tutte le forme contrattuali verso l’affitto. L’intervento più noto fu la L. 11 del 1971 che determinò, caso unico in Italia, un forte spostamento elettorale alle successive elezioni del 1972. Ma la svolta si ebbe con la successiva L. 203 del 1982, in particolare con l’articolo 45 sui patti in deroga che ruppe il fronte delle contrapposizioni del dopoguerra, limitò l’intrusione dello Stato  e avviò la questione su binari di collaborazione fra le parti.

L’assetto strutturale dell’agricoltura per circa mezzo secolo è rimasto quasi invariato. L’elevata numerosità delle imprese agricole e la loro ridotta dimensione media con una modesta tendenza all’incremento è rimasta la sua caratteristica.
Se a una politica bloccata su equilibri poco modificabili si sommano un assetto all’insegna della staticità, un sistema comunitario che assicurava protezione soddisfacente e un flusso di innovazioni scientifiche e tecnologiche che permetteva di ridurre il lavoro aumentando la produttività totale, si comprende come si sia potuto evitare di intervenire sulla mobilità della terra…
Ingleborough From The Terrace Of Hornby Castle, William Turner
Ingleborough From The Terrace Of Hornby Castle, William Turner

Redazione Fidaf

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