Il problema delle competenze
Recentemente la Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali del Lazio (FODAF) e la FIDAF hanno scritto una lettera al Presidente e al Vice Presidente della Regione Lazio, all’Assessore del Personale e agli altri Uffici competenti (vedi allegato) richiedendo di adeguare il piano di reclutamento regionale PIAO – Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024 – 2026[1] e di inserire la figura dei laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali tra quelle previste per le nuove assunzioni. Nel recente passato la FIDAF ha presentato simili richieste agli assessorati di altre regioni, tra cui il Piemonte e l’Umbria. Si può pensare che queste istanze siano iniziative di difesa corporativa degli interessi di una categoria a discapito di quelli di altre categorie. La rappresentanza degli interessi dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali è comunque una delle più importanti funzioni della FIDAF. La promozione del reclutamento di colleghi nella Pubblica Amministrazione è in ogni modo uno importante strumento per ampliare le opportunità professionali dei nostri colleghi, con ovvia enfasi per i più giovani che hanno da poco conseguito il titolo di studio e che accedono per la prima volta al mondo del lavoro. Ma la finalità delle nostre richieste alle amministrazioni regionali è in realtà molto più ampia.
Con la riforma del Titolo V della Costituzione (legge costituzionale n. 3/200) la materia “agricoltura” è passata dalla competenza concorrente tra Stato e Regioni a quella residuale regionale. Il potere regionale si è dovuto confrontare sia con gli interventi statali in materia di agricoltura, che con la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea. Le Regioni hanno tuttavia saputo mantenere un ruolo chiave nella regolazione del settore. Le Regioni sono adesso chiamate anche a contribuire alla realizzazione del PNRR. Molte Regioni stanno però vedendo le loro competenze tecniche in materia agricola progressivamente erose dall’invecchiamento e dal connesso pensionamento di parte del personale tecnico operante nei loro uffici. Il problema della giusta considerazione delle competenze specialistiche nella pianificazione delle assunzioni diventa quindi strategico. Se i funzionari ed i dirigenti regionali che raggiungono l’età pensionabile venissero sostituiti da nuovi assunti il cui curriculum non prevede studi di scienze agrarie e forestali, le capacità di incidere degli uffici regionali risulterebbero gravemente defedate.
Il personale dei Dipartimenti di agricoltura di molte Regioni risulta comunque sottodimensionato. L’attuazione del principio di sussidiarietà potrebbe in questi casi venire in aiuto. Molte delle funzioni espletate dai funzionari regionali, specie quelle ripetitive e senza rilevanti contenuti decisionali, potrebbero difatti essere utilmente delegate a professionisti, liberando così energie per i compiti di programmazione e di indirizzo propri degli uffici regionali.
In conclusione, la FIDAF è impegnata nella difesa degli interessi dei propri iscritti propugnando una giusta valorizzazione delle lauree in scienze agrarie, in scienze forestali e affini anche nella Pubblica Amministrazione, ma al contempo richiede che le capacità tecniche degli uffici pubblici, ed in particolare di quelli regionali, siano mantenute o, meglio, accresciute per assicurare efficacemente le necessarie funzioni di indirizzo, di regolamentazione e di controllo del sistema agroalimentare italiano.
[1] BURL, n° 10 del 01/02/2024.
Autore: Andrea Sonnino – Presidente della FIDAF