Piante TEA in campo aperto, non sarà più sogno per gli scienziati

Piante TEA in campo aperto, non sarà più sogno per gli scienziati

Le scienziate e gli scienziati che, come me, stagione dopo stagione, hanno visto confinate in laboratorio le proprie piante migliorate geneticamente tramite le TEA, hanno accolto con incredulità e molta gioia l’emendamento del 31 maggio all’articolo 9 del disegno di legge S 600 in discussione al Senato, che finalmente apre le porte alla sperimentazione in campo.

Il decreto “siccità” promosso dalla Commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare presieduta dal senatore De Carlo descrive le misure necessarie a contrastare gli effetti della siccità. Tra queste vengono ci saranno le piante migliorate geneticamente per resistere meglio nei campi più aridi, anche quelle prodotte tramite le TEA.

In Italia chiamiamo TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) una serie di tecniche di laboratorio che in Europa fanno parte delle New Genomic Techniques (NGT) e che permettono di inserire, nei DNA delle piante, piccole mutazioni che portano tratti favorevoli simili a quelle che si possono riscontrare in natura. In particolare, per TEA si intendono le tecniche di mutagenesi (che è un fenomeno naturale e intrinseco nella natura del DNA) sito-specifica e di cisgenesi che serve a introdurre in una pianta una variante di DNA che si trova in un’altra e che potrebbe essere anche essere introdotta tramite incrocio ma con tempi lunghi e altre difficoltà.

Nonostante tecniche per fare mutagenesi sito-specifica esistano da alcuni decenni, queste sono diventate rilevanti solo con l’arrivo della tecnica CRISPR, inventata nel 2012 e premio Nobel per la chimica nel 2020. Con la tecnica CRISPR noi, così come molti altri gruppi universitari e di centri di ricerca pubblici italiani, abbiamo prodotto piante che, secondo i nostri studi, dovrebbero avere caratteristiche migliorate ma, per il momento, tutti i frutti del nostro lavoro principalmente finanziato da fondi pubblici, è rimasto in laboratorio. Finalmente, primi in Europa, avremo l’occasione di fare dei campi sperimentali, nel rispetto della normativa e del principio di precauzione, che però non saranno considerati OGM. Siamo felici di potere finalmente studiare l’efficacia delle piante migliorate tramite TEA valutandone le caratteristiche in condizioni di crescita reali, sia per i nostri studi che al momento sono frenati dal divieto di coltivazione all’aperto, sia per poter aprire la strada in un futuro alla condivisione del nostro con gli agricoltori che potranno scegliere se utilizzarle.

DOSSIER Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche 

 

 

Autore : Vittoria Brambilla - Ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *