Proposta di etichetta sul VINO del governo Irlandese
L’atteggiamento dell’Irlanda che ha decretato che nelle etichette del vino vi sia incollato un messaggio “terroristico”, senza fare distinzione tra abuso e consumo consapevole, è una decisione che sta colpendo un settore come quello vitivinicolo che in Italia è trainante e che promuove, non solo se stesso, ma anche il territorio a cui è indissolubilmente legato. La scelta della Commissione di avallare il progetto di legge irlandese sugli health warnings, i messaggi salutistici presenti generalmente in tutti i prodotti a base di tabacco, da inserire anche sulle etichette delle bottiglie di vino ci lascia davvero sconcertati. Con questa azione l’Irlanda è andata a ledere e a mettere in discussione i principi del mercato unico, nel cui perimetro è disciplinato il settore vitivinicolo e che dovrebbe garantire, tramite l’Organizzazione Comune di Mercato, un’applicazione per l’appunto ‘comune’, dei principi e delle regole europee in tutti gli Stati membri. Questa è la prima argomentazione contro la decisione della Commissione di avallare il progetto di legge irlandese, come peraltro le istituzioni italiane, insieme a quelle di altri otto Stati membri, avevano già avuto modo di manifestare alla Commissione con i propri pareri circostanziati, inviati nei mesi scorsi. L’iniziativa dell’Irlanda rappresenta un precedente davvero pericoloso per il mercato unico dell’UE.
Non meno grave è il contenuto della regolamentazione che l’Irlanda andrà ad implementare: in sostanza il vino, un prodotto agricolo dalla tradizione millenaria, che non è mai mancato sulle tavole dei Paesi mediterranei, viene caratterizzato come un prodotto nocivo alla salute alla stregua del tabacco, senza alcuna distinzione in relazione alle quantità e alle modalità di consumo. È esattamente l’approccio contro il quale sia il mondo dell’agroalimentare che il Governo Italiano si sono sempre battuti, nella redazione del Piano europeo di lotta contro il cancro, e che invece la Commissione ha lasciato prevalere in maniera arbitraria: un atteggiamento ideologico e mistificatorio che non risolve il problema dell’alcolismo, che dovrebbe essere basato su un approccio responsabile nei consumi di prodotti molto diversi tra loro.