Il Covid fa male anche alle pensioni di agronomi e geologi
Nel bilancio 2020 non sono state accantonate risorse. Dottori Agronomi, Geologi, Chimici e Attuari non potranno contare su extra rendimenti per incrementare i propri i montanti nel prossimo futuro
Dopo i brillanti risultati dello scorso anno, il bilancio consuntivo EPAP 2020 evidenzia, in modo inequivocabile, gli effetti che la pandemia da COVID 19 ha avuto sul lavoro dei liberi professionisti.
I prolungati periodi chiusura delle attività e le limitazioni imposte dal legislatore per contenere il propagarsi del virus hanno determinato una riduzione dei ricavi professionali come si legge a pag. 10 della relazione del Consiglio di Amministrazione, a firma del Presidente Stefano Poeta: “La crisi Covid ha determinato a livello nazionale una significativa contrazione dei ricavi con variazione registrata dall’ISTAT per i servizi delle professioni tecniche e specialistiche intorno del 12,10%, indice adottato per stimare la contribuzione 2020 il cui dato effettivo sarà disponibile solo con la presentazione del dichiarativo”
Pertanto, aver conseguito un avanzo di gestione, come riportato nella relazione del Consiglio di Amministrazione, a pagina 10, dal Presidente Stefano Poeta “Il bilancio consuntivo 2020 mostra risultati di gestione più che soddisfacenti, superiori alle migliori attese, stante il perdurare dell’emergenza Covid-19, con le gravi conseguenze sanitarie, economiche, sociali e la messa in discussione di certezze e paradigmi di “normalità”. Il bilancio 2020 si chiude con un avanzo di gestione di 2,78 mln di euro e un rassicurante patrimonio netto che raggiunge i 114,6 mln euro (+2,5% sul 2019) pari all’11% circa dei fondi istituzionali, portando a termine “l’anno Covid” con una fiduciosa speranza per il futuro” in un contesto socio economico del tutto imprevisto ed imprevedibile è senz’altro apprezzabile, considerate le ripercussioni negative che i lockdown hanno causato nel primo semestre 2020, sul sistema produttivo mondiale in generale e su quello occidentale in particolare.
Peraltro, la forte ripresa dei mercati finanziari riscontrata nel secondo semestre, ha fortemente attenuato i valori negativi emersi nella primavera 2020.
In termini percentuali, nel 2020, la contrazione del PIL negli Stati Uniti è stata del 3,5%, in Europa del 7,2%, nei paesi emergenti del 2,4 %.
Solamente la Cina ha avuto un risultato positivo pari al 2,3%, valore però nettamente inferiore alle percentuali di crescita degli anni precedenti.
In Europa la contrazione del PIL non è stata identica in tutti i paesi dell’Unione.
Infatti, la Spagna ha avuto una variazione negativa del PIL pari all’11,1%, l’Italia e la Francia rispettivamente del 9,2% e del 9%, mentre il PIL della Germania ha subito una contrazione del 5,4%.
Pur in presenza di una forte riduzione del Prodotto Interno Lordo, le variazioni degli indici azionari sui mercati finanziari non sono state negative, ma anzi si è avuto un andamento opposto, tanto che, dopo le elevate perdite registrate nel secondo trimestre 2020, si è assistito ad un forte recupero, con performance particolarmente elevate in tutto il mondo, fatta eccezione per i listini europei.
Infatti, l’indice azionario S&P500 negli Stati Uniti ha guadagnando il 16,2% rispetto all’anno precedente ed i mercati dei paesi emergenti, compresa la Cina, il 15,8%.
Solo l’indice europeo ha avuto una contrazione del 4%.
Anche se, come riportato nel periodo successivo, al risultato positivo ha nuovamente contribuito, dopo diversi anni, il contributo integrativo versato dagli iscritti.
Si legge, infatti, nella citata relazione: “Detto risultato, di per sé già buono, migliora ulteriormente il suo valore in termini di soddisfazione, considerando che è stato raggiunto in presenza di rivalutazioni dei fondi istituzionali per ben 17,30 mln di euro (+11,9% sul 2019) prevalentemente coperte dai risultati della gestione finanziaria (14,4 mln euro netti su 22,5 mln euro lordi) e, in piccola parte, dell’avanzo della gestione amministrativa e assistenziale (2,9 mln euro)”.
Alla luce di questi risultati, nel bilancio 2020 non sono state accantonate risorse per l’extra rendimento relativo al 2020 (pagina 83 del bilancio EPAP).
Pertanto, i Dottori Agronomi, i Geologi, i Chimici e gli Attuari, potranno contare, per i prossimi anni, per incrementare i propri i montanti individuali, sulle sole rivalutazioni di legge.
Un dato particolarmente interessante, riportato nel bilancio 2020, è la nuova strategia finalizzata alla sostenibilità dell’Ente con la nuova configurazione di Asset Allocation Strategica.
Infatti, a pagina 44 della relazione viene riportato: “Per scelta dell’Ente, le analisi di sostenibilità e adeguatezza delle prestazioni sono state effettuate sullo scenario base e su uno scenario alternativo, utilizzando le seguenti ipotesi:
• rivalutazione dei montanti al minimo (media quinquennale del pil);
• possibilità di attribuire il 60% dell’extra-rendimento ai montanti;
• incremento del 2% del contributo integrativo da destinare integralmente a montante. Dall’analisi si evince che Il rendimento reale netto necessario per consentire all’Ente di pagare tutte le prestazioni pensionistiche a cui gli attuali iscritti hanno diritto è pari all’1,2%.
Il Funding Ratio, indicatore dato dal rapporto tra il valore di mercato dell’attivo e il valore attuale atteso dei contributi e delle prestazioni, risulta a fine dicembre 2019 pari a 86,8%; valore inferiore rispetto al livello di piena capitalizzazione in funzione delle attuali dinamiche dei tassi caratterizzate da un contestuale “appiattimento” della curva dei rendimenti Corporate EMU con rating A.
Tuttavia, in chiave prospettica di rialzo dei tassi d’interesse e sulla base dell’asset allocation strategica (AAS) adottata, su un orizzonte temporale di 35 anni, si rileva il 93,4% di probabilità di raggiungere un funding ratio superiore a 100.”
Da quanto esposto, considerato che le attività dell’EPAP ammontano ad euro 1.102.590.489 (pag. 113 del bilancio EPAP 2020) e che nel medio periodo le sole rivalutazioni di legge saranno superiori all’1,2%, come previsto nel bilancio 2020, è auspicabile un’attenta gestione degli investimenti, onde evitare che una brusca variazione negativa degli indici di borsa incida negativamente sul patrimonio netto della Cassa Previdenziale.