L’inedita emergenza del coronavirus sui mercati agricoli: serve approccio strutturato
Dopo alcune settimane di comprensibile smarrimento, è arrivato il momento di affrontare con un approccio strutturato, l’emergenza economica nel settore agro-alimentare, determinata dalla pandemia del COVID-19.
Le soluzioni messe in atto fino a questo momento vanno nella giusta direzione, ma sembrano dettate più dall’ansia di fornire risposte in tempi rapidi che da una accurata e costante lettura dei fenomeni economici che si stanno verificando.
L’estensione ai lavoratori delle imprese agricole della cassa integrazione in deroga, la proroga delle scadenze legate alla domanda annuale della PAC, le misure affidate alla gestione del Mipaaf (mutui a tasso agevolato e copertura danni del settore della pesca) e la duplice manovra di aumento delle risorse per il fondo indigenti (primo 6 milioni di euro per il latte UHT e poi altri 50 milioni) devono essere considerate come prime risposte, alle quali presto e in modo progressivo, mano a mano che si presentano i problemi, se ne aggiungeranno delle altre.
Del resto, si può dare per scontato che, dopo i tentennamenti iniziali, anche l’Unione europea si faccia avanti con un pacchetto di interventi di sostegno degno di questo nome. Non c’è dubbio che la reazione sia stata tardiva e solo da qualche giorno si iniziano a vedere segnali di vivacità, con gli orientamenti per la gestione delle frontiere (in Gazzetta Ufficiale il 16 marzo), il quadro temporaneo per gli aiuti di stato (in Gazzetta il 20 marzo) e la proposta di regolamento del 13 marzo sulle misure per favorire gli investimenti nel settore sanitario ed in altri settori colpiti dalla crisi, attraverso delle modifiche alle regole sui fondi strutturali.
La grave circostanza in atto è inedita e, pertanto, determina degli effetti che gli stessi analisti fanno fatica a prevedere. Chiunque abbia osservato quello che si sta verificando in questi giorni, si sarà reso conto che l’impatto sugli operatori economici è differenziato, anche all’interno dello stesso settore di attività.
Non ci sono alternative ad un approccio ragionato che parta da un attento monitoraggio della situazione, cui deve seguire l’accurata selezione dei fabbisogni e la capacità di individuare soluzioni in grado di dare risposte nel breve e medio termine.
Bisogna fare attenzione alla selezione dei beneficiari, evitando il rischio di indirizzare il sostegno pubblico a favore di chi non subisce danni e magari sta traendo vantaggi, anche di tipo speculativo (nel senso deleterio del termine) dalla situazione di tensione dei mercati.
Inoltre, occorre fare in modo che le azioni attuate dalle diverse Istituzioni (Ue, Governo, Regioni e Provincie autonome) siano opportunamente demarcate, complementari e sinergiche, piuttosto che sovrapponibili.