Sostenibilità di agricoltura e alimentazione

Sostenibilità di agricoltura e alimentazione

 Nutrire la crescente popolazione mondiale nell’attuale contesto di erosione delle risorse naturali e di cambiamento climatico, senza compromettere le fonti di sostentamento delle generazioni future, rappresenta una sfida di dimensioni e natura senza precedenti per il genere umano. Si sta quindi attuando una trasformazione radicale dei sistemi agroalimentari, che li sta convertendo da importante fattore di degrado delle risorse naturali a componente decisivo della transizione verso la sostenibilità. La strategia di trasformazione integrata dei sistemi agroalimentari deve considerare contemporaneamente i modelli di produzione e le abitudini di consumo degli alimenti, senza trascurarne gli aspetti sociali ed economici. Tale trasformazione non può certo essere realizzata ritornando a pratiche arcaiche e obsolete, o chiudendosi in un egoistico neo-protezionismo, che rischierebbero di esportare le esternalità negative della produzione alimentare, anziché ridurle. Solo per mezzo della generazione di una cospicua mole di avanzamenti scientifici, della loro integrazione con i saperi tradizionali e con l’efficiente traduzione di questa nuova conoscenza in innovazione non solo tecnologica, ma anche organizzativa e sociale, si può progredire verso la sostenibilità di agricoltura e alimentazione. I sistemi agroalimentari sono intrinsecamente complessi e dinamici e intimamente connessi con ambiente e salute umana[1]. La transizione verso la sostenibilità richiede che il progresso tecnologico per la produzione di beni e servizi sia indirizzato ad aumentare la produzione mediante l’incremento dell’efficienza dei processi produttivi piuttosto che per mezzo dell’incremento dei flussi di energia e materie prime. In parole povere: produrre di più con meno. L’innovazione non può però essere diretta esclusivamente all’aumento della produttività dei fattori a livello di azienda, ma deve essere finalizzata allo stesso tempo alla conservazione o (possibilmente) all’incremento della base di risorse naturali a livello di territorio e al miglioramento del valore nutrizionale delle diete[2]. Come ha scritto Pascal: “Essendo tutte le cose causate e causanti, aiutate e adiuvanti, mediate e immediate, e tutte essendo legate da un vincolo naturale e insensibile che unisce le più lontane e le più disparate, ritengo sia impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto, così come è impossibile conoscere il tutto senza conoscere particolarmente le parti.”[3] È difatti necessario che l’indagine scientifica non sia focalizzata solo sullo studio delle componenti dei sistemi agroalimentari, ma consideri anche le interazioni all’interno dei sistemi stessi, nonché le connessioni tra i sistemi agroalimentari, la conservazione dell’ambiente e il benessere della popolazione, al fine di individuare i migliori compromessi possibili tra esigenze spesso divergenti quando non opposte. In questa maniera i progetti di ricerca potranno generare la conoscenza necessaria alla transizione verso la sostenibilità dei sistemi  agroalimentari.

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[1] Vedi http://www.fidaf.it/index.php/la-complessita-dei-sistemi-agroalimentari/

[2] Ren Wang, Sonnino A., Meybeck A. 2019. Research and Innovation. In: Clayton Campanhola Shivaji Pandey (Editors) Sustainable Food and Agriculture: An Integrated Approach. Chapter 44, pp 491 – 507. 1st Edition, FAO, Rome and Elsevier, Amsterdam, ISBN: 9780128121344.

[3] B. Pascal, Frammento n. 72, Pensieri.

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Redazione Fidaf

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