Alle origini dell’Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Agrarie

Alle origini dell’Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Agrarie

Chi mi ha preceduto ha ricordato il prof. Medici nel suo impegno politico, accademico e scientifico; da parte mia vorrei limitarmi a commemorarlo come illustre collega.

Ringrazio, pertanto, il Presidente Rossi per averci dato l’opportunità di ricordarlo attraverso le nostre personali esperienze. Sarebbe stata una grave dimenticanza non ricordare il prof. Medici poiché proprio ad una sua precisa intuizione dobbiamo la fondazione dell’Associazione Nazionale dei Dottori in Scienze Agrarie: era il novembre del 44 ed il fronte bellico progrediva verso il Nord.  Insieme ad altri colleghi, come T. Manghisi, C. Papi ed altri elaborò lo Statuto dell’Associazione, ponendo a fondamento di esso due finalità ben precise: 1) contribuire al progresso della “patria” agricoltura; 2) tutelare gli interessi della categoria attraverso un’adeguata assistenza sociale e un impegno formativo dei giovani laureati.

Questi obiettivi furono di fatto alla base della sua attività, la quale, per altro, si avvalse della collaborazione del prof. G. De Marzi, nel ruolo di Vicepresidente. Furono organizzati in quel periodo, corsi di aggiornamento e di perfezionamento in tutta Italia, visite tecniche e viaggi all’estero. Il viaggio di formazione in Germania del 1952, vide anche me tra i partecipanti. A tal riguardo posso testimoniare che per noi laureati, questa opportunità di conoscere altre realtà, diverse dalla nostra, fu la prima apertura verso un mondo di scambi tecnici e sociali.

Nell’anno 1950 il prof. Medici decise di fornire l’Associazione di una sede adeguata; per far ciò fondò una cooperativa dei Dottori in Scienze Agrarie, raccogliendo fondi, più simbolici che determinanti, presso i colleghi sparsi in tutta Italia.

Non è da dimenticare il fatto che nei primi anni di vita dell’Associazione, la sede funzionava anche come foresteria, cosa che mette in evidenza l’ospitalità che intendeva dimostrare a chi, pur venendo da lontano, voleva partecipare alla vita dell’Associazione.

Il Professore, assorbito da impegni politici, di grande importanza, lasciò la presidenza nel 1962 quando a succedergli fu eletto il dott. G. Visco, al quale, anche, dobbiamo un periodo di incremento dell’attività associativa, in pieno rispetto dello spirito del fondatore. A questo punto, mi permetto di rievocare un incontro che nel 1970 ebbi con il prof. Medici, allorché fui chiamato a presiedere l’Associazione. Mi apprestavo a svolgere un incarico ed ero ben cosciente della inadeguatezza della mia persona rispetto alla statura dei miei predecessori. Per tale motivo, sentii il bisogno di avere da lui dei consigli sulle problematiche che avrei dovuto affrontare: le sue parole mi furono di incoraggiamento: mi fece capire che il suo desiderio era quello di veder crescere l’Associazione attraverso un’opera di proselitismo che non doveva subire alcuna pausa. In pratica mi si chiedeva di lavorare, cosa che ho fatto per oltre 20 anni, e di mantenere fede a quell’ideale aggregativo che ispirò il Professore in quei lontani anni ’50. Contatti successivi hanno sempre più fatto maturare in me il convincimento che i problemi dell’Agricoltura, erano da lui seguiti con grande interesse, come fossero legati ad una originaria vocazione. In occasione di una sua visita in una azienda del Viterbese da me diretta, negli anni ‘60 per conto degli Ospedali Riuniti di Roma, ebbi il piacere di rispondere a tutte le sue richieste di dati; trattandosi di una azienda principalmente zootecnica, si informava sugli avvicendamenti delle colture, sulle concimazioni, sulle razze bovine e, per finire, anche sul rapporto con il personale. A tal riguardo espresse molto compiacimento nel sapere che avevo impostato il mio lavoro esigendo a fine giornata un rapporto con tutto il personale responsabile dei vari settori.

Inutile domandarci se si può essere così desiderosi di comprendere una realtà agricola fino in fondo se dentro non arde una qualche passione.

La risposta è inequivocabilmente negativa. Negli ultimi anni ho avuto modo di riceverlo, come Direttore del Consorzio di Bonifica dell’Agro Romano, in una visita ad un impianto di irrigazione, lungo il litorale a Nord di Roma ed anche in questa occasione il suo parlare era quello di un dottore in agraria.

Il mio intervento ha principalmente il valore di una testimonianza che mi può autorizzare a ricordarlo, sia pure con un certo imbarazzo trattandosi di una persona di tanto valore, come uno di noi, come un dottore in Scienze Agrarie.

Senatore_Giuseppe_Medici

Redazione Fidaf

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